Consiglio comunale sulla sicurezza, Abramo: ‘Catanzaro, città che rifiuta la mafia’

Si è tenuto a palazzo dei Nobili a Catanzaro un consiglio comunale sulla Sicurezza. Le proposte: potenziare il sistema di videosorveglianza e un assessorato alla Sicurezza e Legalità
di Redazione
27 aprile 2015
15:02

Si è tenuto, questa mattina a Catanzaro, un consiglio comunale sulla sicurezza. Due le proposte del sindaco Sergio Abramo : un accordo con Prefettura e Confindustria per potenziare il sistema della videosorveglianza e l'istituzione di un assessorato alla Sicurezza e alla Cultura della legalità.

 


 “Il potenziamento della Polizia Locale è un altro, non differibile, obiettivo – ha dichiarato il primo cittadino - A fronte di notevoli compiti e funzioni, il numero degli agenti è assolutamente insufficiente per garantire il controllo di un territorio così vasto e articolato”.


“Abbiamo chiesto ed ottenuto un incontro con il ministro della Funzione Pubblica, on. Marianna Madia, alla quale abbiamo segnalato questa grave anomalia, ricevendo una disponibilità di massima ad affrontare la questione di un sia pur minimo turn over che possa dare respiro alla Polizia Locale di Catanzaro, rafforzandone la presenza nei quartieri, a più diretto contatto con i cittadini”.


Tre le idee di Abramo per far fronte al problema criminalità, anche quella di coinvolgere il mondo del volontariato nel presidio delle scuole e dei luoghi pubblici. “Il mondo del volontariato, con particolare riferimento agli anziani ancora in piena efficienza fisica- ha ancora dichiarato Abramo - può essere utilissimo per monitorare alcuni luoghi frequentati dai giovani e dove è necessario aumentare la percezione di sicurezza, mi riferisco alle scuole, ai giardini pubblici, agli impianti sportivi, ad alcune piazze”


“Si va affermando sempre di più, anche a livello governativo, la necessità di una “responsabilità condivisa” in tema di sicurezza tra tutti gli attori sociali, cittadini compresi, che si configurano non più come semplici “spettatori” di ciò accade loro intorno, ma come persone informate e responsabili”.

 

“I dati che vengono dalle Forze dell’Ordine – ha detto Abramo - parlano di una diminuzione del reati nella nostra città – e questo non può che farci piacere – ma questo non significa che Catanzaro, città capoluogo della Calabria, possa considerarsi al riparo da pericoli. Se è vero che il numero dei reati è in diminuzione, non possiamo fare finta di nulla rispetto, ad esempio, alle rivelazioni, molto inquietanti, contenute nell’inchiesta Aemilia, sulle mire che alcuni clan avevano coltivato soprattutto sulle attività commerciali di Catanzaro Lido”.

 

“A differenza di chi intenderebbe, per convenienza o per partito preso, dare a Catanzaro la patente di Città mafiosa – ha continuato Abramo - a me piace invece indicare Catanzaro come città che unitariamente rifiuta la mafia. Questo messaggio lo lanceremo, con un gesto carico di significati, a fine maggio quando intitoleremo parte dei giardini di San Leonardo a Lea Garofalo, la valorosa donna che ha pagato con la vita il coraggio di ribellarsi alle cosche”.

 

“Se qualche errore di coinvolgimento nelle iniziative è stato commesso in passato, oggi non possiamo più permetterci divisioni – ha concluso - Non ci capirebbero gli imprenditori colpiti, non ci capirebbero i magistrati e gli agenti di polizia, non ci capirebbero soprattutto i cittadini. E la criminalità gioirebbe di questa crepa che colpevolmente noi potremmo aprire nelle difese democratiche della nostra città. Ma sono sicuro che questo non lo permetteremo mai”.

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