Vertenza Abramo

Gli esuberi dei call center digitalizzeranno la Pa, i sindacati: «Passo importante, ma nessuno deve andare in cassa integrazione»

VIDEO | Nell’incontro con i ministri delle Imprese e del Lavoro è emersa la possibilità di ricollocare i lavoratori in progetti pilota al servizio della Pubblica amministrazione. Il segretario generale di Slc-Cgil Basilicata e Calabria: «Bene, ma ora Tim rispetti la promessa di ripristinare i volumi delle commesse»

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di Giusy Criscuolo
27 marzo 2024
06:15

I lavoratori dei call center in outsourcing che dipendono dalle commesse Tim saranno riconvertiti e impiegati nel progetto di digitalizzazione della Pubblica amministrazione. È il primo risultato di una battaglia iniziata mesi fa. Step consumato dopo la riunione al ministero del Made in Italy al tavolo al quale hanno partecipato il ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, e il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Calderone. Il commento dei sindacati è positivo, con qualche sfumatura: ci si prepara a controllare passo per passo che i patti siano rispettati, a partire dalla promessa di ripristinare i volumi delle commesse per garantire che i lavoratori tornino al proprio posto. 

Daniele Carchidi, esponente della Slc-Cgil nazionale e già segretario generale di Slc-Cgil Basilicata e Calabria, alla conclusione del tavolo, ha spiegato ai microfoni di LaC News24, che si tratta di «un piccolo risultato, anche se la soluzione che si prospetta è una soluzione molto ampia per cui c'è bisogno di tempo. Una soluzione che va costruita e va realizzata. Nel frattempo noi abbiamo sottolineato la nostra disponibilità nel perseguire questa strada ma questo non può avvenire con i volumi tagliati e la gente in cassa integrazione». Facendo riferimento a quanto detto al tavolo aggiunge: «Fate lavorare la gente, ripristinate i volumi e gradualmente costruiremo tutti i percorsi che servono. Lo abbiamo fatto in passato attraverso la contrattazione e continueremo a farlo».


In base a quanto raccontato da Carchidi, Tim avrebbe esitato per un po' ma alla fine avrebbe ceduto. «Sollecitata, incastrata e anche sotto la pressione dei ministri, bisogna essere onesti – aggiunge - Tim ha dichiarato che ripristinerà i volumi. Ci riteniamo soddisfatti da quanto è emerso nel tavolo, perché riteniamo l’annuncio dell’azienda un passo avanti. Ma sia chiaro che saremo lì a monitorare passo per passo che questi impegni siano realmente confermati, perché se non dovessero essere mantenuti la mobilitazione non solo continuerà ma diventerà ancora più pesante» conclude il sindacalista.

Ieri, intorno alla sede del Ministero il clima era di mobilitazione. Non c’erano soltanto i dipendenti dei call center in outsourcing ma anche di lavoratori Glk per i quali erano attivi altri tavoli di risoluzione. 

Le proteste
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Al tavolo romano si è arrivati dopo la decisione di Tim di tagliare i rapporti con un certo numero di clienti dalla cui profilazione si evinceva che spendevano sporadicamente piccole cifre senza avere un abbonamento. Conseguenza di quei tagli: un grosso numero di esuberi nei call center. Esuberi che, per i sindacati, non sono nati per la mancanza di telefonate in arrivo, ma soltanto perché Tim aveva deciso di risparmiare su utenti non particolarmente redditizi. È questa la scelta aziendale – con il suo corollario di precarietà e posti di lavoro in bilico – contestata dalle organizzazioni sindacali. 

La richiesta dei sindacati e della Slc Cgil nazionale è stata quella di chiedere al Governo e a Tim di evitare questi esuberi e di lasciare le persone ai call center per poter rispondere a tutti coloro a cui, al momento, era stato vietato un riscontro. Si è chiesto, in sostanza, che nessuno vada in cassa integrazione.

Fortunatamente il tavolo si è concluso con un buon risultato per i sindacati e per i lavoratori, che da oggi monitoreranno tutto ciò che è stato messo nero su bianco.

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Il tavolo ministeriale

Dopo un confronto sulla situazione del comparto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Calderone, hanno presentato l’ipotesi di avviare un progetto pilota per la riqualificazione e la conversione dei dipendenti verso mansioni diverse da quelle del call center, come le attività di dematerializzazione degli archivi cartacei della Pubblica amministrazione. Una proposta che è stata ben accettata dai sindacati e dai presenti, che però hanno chiesto ancora una volta di eliminare gli attuali esuberi, facendo tornare gli operatori call center a lavorare, in attesa che il progetto dei servizi per la Pubblica amministrazione prenda forma in maniera concreta.

A detta del Ministero, quello presentato oggi è un progetto con ricadute positive in diversi ambiti oltre all'occupazione. Tra i benefici, infatti, ci sarebbero: una rapida fruibilità dei documenti digitalizzati; l’ottimizzazione degli spazi e un positivo impatto ambientale; una maggiore privacy e sicurezza nell’acceso alle copie informatiche e la possibilità di costituire un importante e strategico patrimonio informativo a disposizione dell’Amministrazione regionale.

Le dichiarazioni dei ministri dopo la riunione sul futuro dei call center

«Credo quella di oggi sia una giornata particolarmente importante, perché grazie al confronto che abbiamo fatto - anche con la partecipazione tutte le Regioni interessate - si può individuare una linea pilota per accompagnare verso la riconversione professionale questi lavoratori in un’attività molto importante, significativa e utile al Paese, che è quella della digitalizzazione della Pubblica amministrazione. È un obiettivo sfidante ed è necessario fare il massimo sforzo affinché questo progetto pilota funzioni e possa tracciare una strada per salvaguardare coloro che lavorano all'interno di questo comparto», ha dichiarato Adolfo Urso durante il tavolo.

Marina Calderone ha aggiunto: «La tecnologia può essere un valido supporto all’attività principale che dev’essere svolta da lavoratrici e lavoratori. Questo comporta anche aprirsi a processi di riconversione, riqualificazione e formazione finalizzati alla salvaguardia del lavoro e delle competenze. Un percorso che può inoltre contribuire a una missione importante come la digitalizzazione della pubblica amministrazione. Un modello da applicare in sinergia con tutti i soggetti coinvolti, a partire dalle Regioni».

 

Giornalista
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