Per la prima volta in Calabria il congresso dei Genetisti forensi

VIDEO | Anche il procuratore di Catanzaro all'inaugurazione del meeting su Dna e tecnologia: due strumenti per combattere il crimine

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di Rossella  Galati
5 settembre 2018
14:02

«Il fatto di essere riusciti a organizzare un convegno così importante proprio in Calabria vuol dire che è migliorata la qualità dell'offerta formativa nella nostra regione, che c'è gente credibile anche a Catanzaro, che è in grado di interagire con scienziati di tutto il mondo per poter migliorare la tecnica d'indagine per arrivare poi al risultato finale che sia sempre più di prova e non di indizio all'interno del processo» così il procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri intervenendo al meeting di apertura del XXVII  congresso dei Genetisti Forensi Italiani, dal titolo "Dna e tecnologia due strumenti per combattere il crimine", per la prima volta in Calabria, nell'auditorium del campus universitario Venuta a Catanzaro.

La gestione della scena del crimine

Scienziati forensi, rappresentanti della magistratura e delle forze dell'ordine si sono confrontati a 360 gradi sulle tecniche e le strategie per affrontare la lotta al crimine passando per una corretta gestione della scena del crimine, tema sul quale si è soffermato il il generale Luciano Garofano, già Comandante del RIS dei Carabinieri di Parma, secondo il quale la scena del crimine non viene ancora affrontata e gestita con quella attenzione che meriterebbe, soprattutto in funzione della sensibilità delle tecniche. «Dobbiamo trasferire a tutti gli operatori, alle organizzazioni, all'Arma dei Carabinieri, alla Polizia di Stato in cui io ho prestato servizio, la necessità che quelle operazioni siano effettuate attraverso la severa adozione di linee guida - ha spiegato Garofano - cioè di modalità che consentano di rispettare quella scena, di documentarla e di garantire che tutte quelle tracce abbiano poi una effettiva e idonea custodia».


La genetica forense


Sul futuro della genetica forense, partendo dall'evoluzione degli ultimi 30 anni, si è concentrato invece il professore Bruce Budowle, direttore Healt Science Center, University of North Texas, già direttore dei laboratori Fbi. Dunque un appuntamento di elevato spessore scientifico che arriva all'ateneo catanzarese grazie all'impegno di Ciro Di Nunzio, ricercatore e biologo molecolare forense all’Università Magna Graecia, e Anna Barbaro, direttrice del laboratorio di Genetica dello Studio di Indagini Mediche e Forensi di Reggio Calabria. Un risultato ottenuto grazie anche al lavoro congiunto realizzato dal personale del Dipartimento SIMEF, diretto da Aldo Barbaro e dal personale della Cattedra di Medicina, diretta da Pietrantonio Ricci. I lavori proseguiranno nelle giornate del 6 e 7 settembre.

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