La decisione

Glicine Acheronte, la Cassazione respinge il ricorso di Vincenzo Sculco: l’ex consigliere regionale resta ai domiciliari

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dal leader dei DemoKratici. È accusato di associazione a delinquere, turbativa del procedimento amministrativo, falso materiale e ideologico

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di A. T.
20 febbraio 2024
12:19

Resta ai domiciliari Vincenzo Sculco, l’ex vicepresidente della Provincia di Crotone ed ex consigliere regionale Enzo Sculco, 73 anni, indagato nell’inchiesta “Glicine Acheronte” coordinata dalla Dda di Catanzaro. La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso col quale si chiedeva la revoca della misura cautelare.
Sculco è hai domiciliari in seguito agli arresti condotti dalla Dda di Catanzaro, a giugno 2023, con l’operazione “Glicine-Acheronte”.

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È accusato di associazione a delinquere, turbativa del procedimento amministrativo, falso materiale e ideologico. Nel mese di luglio scorso il Tribunale del Riesame non aveva accolto la richiesta di revoca della misura comminata da gip distrettuale.


Secondo l’accusa, Sculco, fondatore della formazione politica “i DemoKratici”, nel 2017 avrebbe appoggiato la formazione politica riconducibile a Gerardo Mario Oliverio (anch’egli indagato), all'epoca presidente della Giunta Regionale della Calabria (dal 9 dicembre 2014 al febbraio 2020), facendo convogliare un consistente pacchetto di voti da attingere dal proprio bacino elettorale, in occasione delle elezioni regionali da effettuarsi tra il 2019/2020, in cambio dell'appoggio della candidatura di Flora Sculco, figlia di Vincenzo (indagata anche lei), che si sarebbe candidata quale consigliere regionale.

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Questo accordo avrebbe comportato anche «la commissione di una sequela indeterminata di reati, funzionali ad accrescere il peso specifico elettorale, attraverso incarichi fiduciari, nomine e assunzioni, di matrice esclusivamente clientelare, in enti pubblici, nella prospettiva di ottenere il voto, nonché affidando appalti anche a imprese i cui titolari avrebbero assicurato l'appoggio elettorale».

Come spiega il difensore di Sculco, l’avvocato Mario Nigro, il solo reato che ancora vincola l’ex consigliere regionale alla misura cautelare è una presunta turbativa. Con quest’unico reato l’indagato si era presentato davanti alla sesta sezione della Corte di Cassazione.
La difesa annuncia che si sta già preparando a presentare istanza al gip anche alla luce del fatto che al coindagato Giuseppe Germinara, dirigente della Provincia di Crotone, che condivide con Sculco parecchie delle accuse contestate, compresa la turbativa, è stata annullata l’intera misura cautelare, ovvero il divieto di contrattazione con la Pubblica amministrazione.
Anche Germinara, difeso dall’avvocato Mario Cerminara, aveva fatto ricorso in Cassazione, ricorso annullato con rinvio ad un nuovo Riesame che ha cancellato la misura cautelare.

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