Arresti Calabria

Nomine, appalti, incarichi: tutto passava da Sculco, ecco le accuse all’ex consigliere regionale finito ai domiciliari

Secondo gli inquirenti sul tavolo del politico tante le caselle da riempire con i nomi di amici e altre da sistemare: da Crotone Sviluppo a Calabria Lavoro, passando per Aterp, Asp e Comune di Crotone

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di Vincenzo Imperitura
27 giugno 2023
13:31
Enzo Sculco
Enzo Sculco

Nomine, appalti, incarichi. Quando si trattava di scegliere gli elementi da incastrare ai piani alti delle amministrazioni pubbliche nel crotonese, tutto (o quasi) sarebbe passato dalle mani di Vincenzo Sculco, finito agli arresti domiciliari nel maxi blitz della Procura di Catanzaro. Già democristiano di ferro durante la prima repubblica, ex segretario regionale della Cisl ed ex consigliere regionale, secondo il Gip Sculco sarebbe l’ingranaggio a cui buona parte della politica regionale Pd, si sarebbe genuflessa pur di non disperdere il suo sconfinato bacino elettorale. Grande manovratore del movimento politico “i DemoKRatici” Sculco, scrive il Gip «intesseva accordi volti a consentire la penetrazione di soggetti a lui vicini in enti territoriali e locali, società partecipate dai predetti enti in modo da controllare capillarmente le nomine, assunzioni e le assegnazioni di appalti a imprese a lui gradite».

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Una sorta di Cetto La Qualunque in “live action” che, sostengono gli inquirenti, era in grado di disegnare a tavolino – con l’appoggio dell’ex presidente Oliverio del consigliere regionale Seby Romeo e dell’ex consigliere regionale Nicola Adamo – gli organigrammi delle società partecipate e, di conseguenza, veicolare gli appalti pubblici verso le aziende che, come contro parte, avrebbe continuato a sostenerlo a livello elettorale.


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Un pantano clientelare che sarebbe stato messo in piedi «in chiave elettorale per il suo movimento e, in particolare, per la figlia Flora Sculco» e che, per non lasciare nulla al caso si sarebbe appoggiato alle cosche di ‘ndrangheta del territorio «così complessivamente beneficiando di un consistente pacchetto di voti, circostanza questa che gli consentiva di intavolare accordi con Nicola Adamo, Mario Oliverio, Giancarlo Devona e Sebi Romeo – i quali erano pienamente consapevoli della sua potenzialità – per mettere a disposizione detta sua dote elettorale al movimento che avrebbe sostenuto l’Oliverio nelle consultazione regionali da celebrarsi tra il 2019 e il 2020».

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Sul tavolo di Sculco, dicono le carte dell’indagine del Ros coordinata dalla distrettuale antimafia di Catanzaro, sono tanti i fronti aperti tra il 2014 e il 2020. Caselle da riempire con nomi amici, altre da sistemare con elementi più malleabili: come nel caso del Comune di Crotone dove, nonostante fosse presente un regolare vincitore del concorso per quel posto da dirigente ai lavori pubblici andato inutilmente a bando, Sculco sarebbe riuscito a sistemare, con incarico fiduciario, il suo uomo Giuseppe Germinara. O come nel caso della società in house del comune pitagorico “Crotone Sviluppo spa”, i cui direttori generali sarebbero stati individuati dallo stesso ex consigliere regionale. E poi gli accordi relativi alla provincia, all’azienda Calabria Lavoro, e la penetrazione nelle stanze dei bottoni dell’Aterp e del Asp con «la rimozione dell’allora direttore generale Sergio Arena, persona sgradita a Sculco», fino alla gestione capillare degli appalti pubblici da assegnare in base al tornaconto elettorale.  

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