Catanzaro, sorpresi a rubare in un capannone: due arresti

I due uomini erano intenti a caricare su un’auto materiale ferroso. I poliziotti giunti sul posto hanno individuato i malviventi
di L. C.
31 gennaio 2018
13:05

Sono stati colti di sorpresa dagli agenti della polizia tre soggetti che ieri pomeriggio erano intenti a caricare del materiale ferroso, oggetto di furto, su un’autovettura parcheggiata nei pressi di un capannone sito in Via Emilia a Catanzaro. L’intervento ha avuto origine da una segnalazione ricevuta dalla sala operativa che ha subito allertato gli equipaggi di zona che sopraggiungevano, in pochi minuti, nel luogo segnalato.

La fuga

Alla vista degli agenti, i tre soggetti si davano a precipitosa fuga, sfruttando un varco presente nel muro di cinta che conduce alla campagna circostante e, mentre una parte del personale intervenuto si poneva all’inseguimento dei fuggitivi, altra parte accedeva all’area. I poliziotti riuscivano a bloccarne due C.L. di 34 anni e D.R. di 45 anni, riconoscendole come persone già note in quanto gravati da precedenti per reati contro il patrimonio e in materia di stupefacenti, mentre il terzo soggetto, rimasto ignoto, riusciva a far perdere le proprie tracce grazie anche alla fitta vegetazione presente nell’area.


Gli accertamenti

Sul posto si accertava che il veicolo sul quale i malviventi erano stati osservati caricare il materiale ferroso, consistente in circa 100 tondini in ferro per uso edilizio, era una Opel Corsa di colore nero di proprietà ed in uso ad uno degli arrestati, inoltre, nei pressi dell’auto i malviventi avevano anche acceso un rogo, all’interno del quale ardevano alcune matasse di cavi in rame, al fine di liberare il metallo dal rivestimento in gomma. Si accertava che le matasse erano state asportate dall’interno del capannone, con l’ausilio di uno scalpello, che veniva posto sotto sequestro. Accanto al veicolo sono stati rinvenuti, e posti anch’essi in sequestro, diversi utensili atti allo scasso, tra cui le tenaglie da carpentiere verosimilmente utilizzate per spezzare la catena del cancello, attraverso il quale i malviventi erano penetrati nell’area, nonché altre matasse di cavi elettrici in rame, ancora rivestiti da guaina. Sul posto è intervenuto personale del gabinetto provinciale di polizia scientifica per i rilievi del caso.

L'arresto

Ritenendo sussistere lo stato di flagranza nel reato di furto aggravato a seguito della forzatura della catena con cui era assicurato il cancello di ingresso all’area e dall’asportazione dei cavi elettrici divelti dalle pareti del capannone, successivamente dati alle fiamme per essere privati della guaina protettiva, nonché dall’essere stato commesso il fatto da tre persone in concorso tra loro C.L. e D.R. venivano tratti in arresto e, su disposizione del P.M. di turno, sottoposti agli arresti domiciliari, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

 

l.c.

 

Giornalista
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