Assolti l’ex assessore regionale Dattolo e l’ex sindaco di Cirò Marina Parrilla. Il perno ‘ndranghetista in questa indagine è rappresentato dalla cosca Megna, di stanza a Papanice, frazione di Crotone
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Ventiquattro imputati nel processo con rito abbreviato nato dall’indagine Glicine. Oggi il gup Sara Merlini ha emesso il dispositivo di sentenza che commina nove condanne tra i 16 e i sei anni di reclusione e 15 assoluzioni nei confronti degli indagati accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere aggravata dal metodo mafioso, associazione mafiosa, turbata libertà degli incanti, turbata libertà di scelta del contraente, corruzione, abuso d’ufficio oltre che reati elettorali, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione.
Il perno ‘ndranghetista in questa indagine è rappresentato dalla cosca Megna, di stanza a Papanice, frazione di Crotone.
Nove condanne
Il gup ha condannato per associazione mafiosa Cesare Carvelli, sei anni e otto mesi di reclusione, ritenuto intraneo alla cosca con l’imposizione dei servizi di vigilanza;
Pietro Curcio, sei anni e otto mesi di reclusione, condannato per associazione mafiosa quale partecipe della cosca;
Maurizio Del Poggetto, 12 anni di reclusione, soggetto legato alla cosca Megna condannato per turbata libertà degli incanti e associazione mafiosa;
Roberto Lumare, otto anni di reclusione, condannato per associazione mafiosa, quale partecipe della cosca Megna e per estorsione (per l’imposizione di giochi elettronici nei locali vessati dalla cosca);
Salvatore Lumare, sei anni e otto mesi di reclusione, condannato per associazione mafiosa, quale partecipe della cosca Megna;
Mario Megna, 16 anni di reclusione, condannato per associazione mafiosa quale elemento apicale della consorteria, referente del boss Domenico Megna, tentata estorsione, due casi di trasferimento fraudolento di valori, associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe in danno di aziende ed esercizi commerciali (aggravata dal metodo mafioso); estorsione.
Rosa Megna, figlia del boss Domenico Megna, otto anni di reclusione, condannata per associazione mafiosa in qualità di partecipe del sodalizio e trasferimento fraudolento di valori;
Santa Pace, sei anni e otto mesi di reclusione, condannata per associazione mafiosa in qualità di dirigente della cosca, esecutrice delle volontà del boss Domenico Megna anche quando detenuto;
Giacomo Pacenza, 12 anni di reclusione, condannato per associazione mafiosa in qualità di partecipe della consorteria nel Nord Italia, esponente dei papaniciari in Calabria per la gestione di interessi/investimenti di quel sodalizio criminale.
Assolti
Il gup ha poi assolto dal reato di associazione mafiosa, per non aver commesso il fatto, Filippo Carrà, Andrea Corrado, Sandro Oliverio Megna, Franco Ruggiero, Carmine Stricagnoli, Domenico Pace (assolto anche dal reato di estorsione).
Assolto Saverio Danese dal reato di turbata libertà di scelta del contraente (perché il fatto non sussiste) e dall’accusa di aver chiesto favori agli Sculco in cambio di appoggio elettorale (per non aver commesso il fatto).
Assolto, per non aver commesso il fatto, Alfonso Dattolo, già assessore regionale della giunta Scopelliti e collaboratore della Ecosistemi srl. Dattolo avrebbe ceduto alle promesse dell’ex assessore all’Ambiente Rizzo di votare per Massimo Paolucci al parlamento europeo nel 2019 promettendo che questi li avrebbe agevolati nel settore dello smaltimento dei rifiuti durante la sua attività di parlamentare. Dallo stesso reato sono stati assolti Salvatore Mazzotta, legale rappresentante della Ecosistem srl e Alessandro Vescio, coordinatore regionale del Consorzio di recupero e riciclo degli imballaggi cellulosici.
Assolto, per non aver commesso il fatto, dall’accusa di associazione per delinquere dedita a reati contro la pubblica amministrazione (come già chiesto dall’accusa) Nicodemo Parrilla, ex sindaco di Cirò Marina.
Assolto, per non aver commesso il fatto, Francesco Masciari, ex direttore amministrativo dell’Asp di Crotone, dall’accusa di associazione per delinquere dedita a reati contro la pubblica amministrazione, turbata libertà degli incanti e turbata libertà di scelta del contraente (perché il fatto non sussiste).
Assolto, per non aver commesso il fatto, dall’accusa di estorsione Antonio Pagliuso.
Il dipendete di una società specializzata in forniture ospedaliere, Pietro Talarico, è stato assolto dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa perché il fatto non sussiste.
Assolto, infine, Giuseppe Villirillo, legale rappresentante della Croton Scavi srl, dall’accusa di turbata libertà di scelta del contraente.