Incidenti sul lavoro, effettuata l'autopsia sul corpo di Raffaele Tenuta

L'operaio di Marano Marchesato è deceduto dopo oltre tre mesi di agonia
di Salvatore Bruno
4 agosto 2017
00:37

Effettuata l’autopsia sul corpo di Raffaele Tenuta, da tutti conosciuto come Maurizio, l’operaio di 53 anni di Marano Marchesato, deceduto all’ospedale dell’Annunziata di Cosenza dopo una lunga agonia. La procura ha nominato due periti. Si tratta del prof. Bruno Amantea e del dott. Silvio Cavalcanti. Per la difesa ha assistito il dott. Arcangelo Fonti, per la parte civile il dott. Ido Lista.

 


Secondo quanto sostenuto dalla ditta, la vittima sarebbe "caduta dall'alto"

Gli esami dovranno accertare le cause della morte di Tenuta, vittima lo scorso 28 marzo, di un incidente all’interno di un cantiere della Nuova Pavimentazioni Srl. Ancora poco chiara la dinamica. L’operaio avrebbe ricevuto un forte colpo al capo, una “caduta dall’alto” secondo quanto riportato dai responsabili dell’azienda nel verbale di analisi d’infortunio trasmesso all’Inail.

 

Quattro le persone iscritte nel registro degli indagati. Si tratta di Alberto Chiappetta, amministratore della ditta Nuove Pavimentazioni srl, il padre di questi Antonio Chiappetta che avrebbe ricoperto un ruolo di vigilanza del cantiere, e due dipendenti: Giuseppe Covello e Roberto Spadafora.

 

Tardiva la denuncia di infortunio all'Inail

Secondo quanto si è appreso Raffaele Tenuta avrebbe iniziato a lavorare nel cantiere il 27 marzo, senza che la sua assunzione fosse tempestivamente denunciata al centro per l’impiego. Dai documenti forniti dall’azienda, l’operaio, in quella data, avrebbe anche frequentato il previsto corso di formazione propedeutico a manovrare mezzi di cantiere. Tale circostanza tuttavia, sarebbe smentita da una testimonianza secondo la quale invece, Tenuta sarebbe rimasto nel cantiere a partire dalle ore 7,00 del mattino di quella stessa giornata.

 

Inoltre dalle indagini emergerebbe anche un’altra anomalia. La denuncia dell’infortunio all’Inail sarebbe stata trasmessa soltanto nella serata del 6 aprile, a oltre una settimana di distanza dal verificarsi dell’evento e soltanto dopo la visita dell’ispettorato del lavoro che, sempre il 6 aprile, poco prima delle ore 10, aveva effettuato un accesso ispettivo nell’azienda insieme ai carabinieri di Celico.

 

Un soccorso tempestivo poteva salvare la vita dell'operaio?

L’autopsia dovrà anche chiarire se un soccorso tempestivo avrebbe potuto salvare la vita dell’operaio. Tenuta infatti, invece di essere condotto al pronto soccorso, è stato accompagnato nella sua abitazione di Marano Marchesato e soltanto successivamente la moglie, visto l’aggravarsi delle condizioni dell’uomo, si è rivolta ai sanitari dell’ospedale dell’Annunziata. La donna è difesa dall’avvocato Roberto Le Pera. Il legale però non ha voluto rilasciare alcun tipo di dichiarazione essendo ancora in corso indagini coperte dal segreto istruttorio.

 

Salvatore Bruno

Giornalista
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