Morte in corsia, tutti a giudizio

A processo tredici camici bianchi del Pugliese- Ciaccio accusati dell’omicidio colposo di un maresciallo dei carabinieri
di Gabriella Passariello
24 luglio 2015
17:22

A giudizio i tredici medici dell’ospedale Pugliese- Ciaccio di Catanzaro accusati dell’omicidio colposo del maresciallo dei carabinieri Mario Magisano, avvenuto dopo ventuno giorni di ricovero, il 5 dicembre del 2008 per “sepsi con sindrome da risposta infiammatoria sistemica e disfunzione multiorgano”. Il gup del Tribunale di Catanzaro Carlo Saverio Ferraro ha mandato a processo il direttore facente funzioni  del reparto di medicina generale Domenico Galasso, la sua equipe  Vincenzo Cimellaro, Giuseppe Clericò, Maria Conte, Antonio Costantino. E ancora Aidala Signorino, Domenico Rondinelli, Nilda Confessore, Nicola Mazzuca, Massimo Pisano, Giuseppe Romeo, Paolo Rubino e Domenico Romano, tutti medici in servizio nel reparto di Chirurgia generale uomini. All'inizio erano indagati anche Giuseppe Muccari e Alfredo Cosentini, difesi dall'avvocato Amedeo Bianco, ma la loro posizione fu archiviata dalla Procura perchè si era accertato la loro estraneità ai fatti.

 


Magisano fu ricoverato d’urgenza il 14 novembre 2008 con diagnosi di vomito, restò nel reparto di  Medicina generale uomini fino al 20 novembre quando poi fu trasferito in Chirurgia dove cinque giorni dopo gli venne diagnosticata una “stenosi pilorica”. La morte sopraggiunge il 5 dicembre.  Da qui l’apertura di un fascicolo che portò sotto accusa i camici bianchi per omicidio colposo,  dovuta ad imperizia, imprudenza dei medici che ebbero in cura il paziente. Secondo le ipotesi accusatorie i camici bianchi non sarebbero intervenuti in tempo per trattare una stenosi serrata del pirolo dalla quale era affetto il paziente, determinando l’insorgenza e il progressivo peggioramento di alterazioni metaboliche legate all’elevato ristagno gastrico. Adesso toccherà al collegio difensivo composto, tra gli altri, dagli avvocati  Nunzio Raimondi, Nicola Cantafora, Massimo Scuteri, Sergio Lucisano e Rita Parentela smontare il castello accusatorio durante il processo che avrà inizio il prossimo 18 novembre davanti al Tribunale monocratico del capoluogo calabrese.

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