‘Ndrangheta, un nuovo pentito nel Vibonese: tremano i clan
Ci sarebbe proprio questa nuova gola profonda dietro il rinvenimento di un intero arsenale nei giorni scorsi. I familiari sarebbero già stati trasferiti in una località protetta

Ci sarebbe un nuovo collaboratore di giustizia a Vibo Valentia, uno di quelli a conoscenza di molti segreti sulle dinamiche criminali degli ultimi anni nella città capoluogo, e non solo, in grado di spiegare agli investigatori gli affari e soprattutto la riorganizzazione della ‘ndrangheta locale specie dopo le collaborazioni di Andrea Mantella e Raffaele Moscato. La decisione di avviare un percorso di collaborazione con i magistrati della Dda di Catanzaro risalirebbe a qualche settimana fa ed arriverebbe del tutto inaspettata. I familiari del nuovo pentito sarebbero già stati trasferiti in una località protetta e nulla trapela sul contenuto delle dichiarazioni del nuovo pentito.
Potrebbe tuttavia esserci il suo contributo dietro il ritrovamento di un vero e proprio arsenale scoperto nelle scorse settimane dai carabinieri e che ha portato in carcere Filippo Di Miceli, 48 anni, di Vibo Valentia ma residente a Piscopio. Armi di una certa consistenza quali una mitragliatrice, sei fucili di vari modelli di cui due a pompa ed uno a canne mozze, un fucile d’assalto Ak 47 kalashnikov, una pistola semiautomatica, un giubbotto antiproiettile, un passamontagna, tre caricatori per pistola, oltre 700 cartucce di vario calibro, quasi ottanta apparecchi d’innesco e polvere da sparo. Nelle vicinanze dell’abitazione, i carabinieri hanno poi rinvenuto un altro mini arsenale con due pistole (una calibro 40 smith&wesson e una semiautomatica), un silenziatore, tre caricatori, svariate cartucce e 250 grammi di marijuana. Le armi, pur ritrovate a Piscopio, non sarebbero in uso al clan dei Piscopisani ma ad una nuova compagine criminale attiva a Vibo Valentia e dintorni, sorta a seguito di una spaccatura all’interno del precedente clan.
Il nuovo collaboratore vanta legami parentali di “peso” a Vibo Valentia ed alcuni suoi stretti congiunti sono stati uccisi diversi anni addietro. La decisione di “vuotare il sacco” con gli investigatori potrebbe consentire agli inquirenti di avere chiaro e definito l’intero panorama criminale sulla città di Vibo Valentia e non solo: da Vibo Marina a Piscopio, da Pizzo sino a Sant’Onofrio e dintorni, soprattutto incrociando le sue dichiarazioni con quelle di Andrea Mantella e Raffaele Moscato. Dopo le operazioni “Outset” e “Rimpiazzo”, il blitz al Comune di Vibo ordinato dalla Dda, sulla città di Vibo Valentia potrebbe abbattersi un nuovo “ciclone” giudiziario dalle conseguenze allo stato del tutto imprevedibili.
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