‘Ndrine e business dei rifiuti, pesanti condanne per la cosca De Stefano

Vent'anni in primo grado per Paolo Rosario De Stefano. Ma lo zio Orazio viene assolto da ogni accusa relativamente alla società Fata Morgana. Diciotto anni per Caponera e Praticò. Assolti Maviglia e Ferrara

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di Consolato Minniti
27 novembre 2018
17:29
Paolo Rosario De Stefano
Paolo Rosario De Stefano

Vent’anni di reclusione. Questa la decisione del gup di Reggio Calabria per il boss Paolo Rosario De Stefano, condannato in primo grado, con rito abbreviato, nell’inchiesta “Trash”, che ha fatto luce sugli interessi del clan di Archi sulla raccolta dei rifiuti. Ma per una condanna eccellente, arriva anche un’assoluzione altrettanto pesante: quella di Orazio De Stefano, uno dei capi storici della cosca reggina, assolto con la formula dubitativa. Pesa probabilmente, nel suo caso, il periodo di detenzione in carcere nel frangente preso in considerazione dalle indagini.


Molto pesanti anche le condanne rimediate da Paolo Caponera (18 anni di reclusione e 3700 euro di multa), Giuseppe Praticò (18 anni e 3600 euro di multa), Andrea Saraceno (14 anni e 3000 euro di multa), Andrea Giungo (14 anni e 3000 euro di multa). Sei anni invece per Vincenzo Torino. Oltre ad Orazio De Stefano, vi sono anche le assoluzioni importanti di Andrea Maviglia e Francesco Ferrara (quest’ultimo difeso dall’avvocato Carmelo Chirico).


L’inchiesta trash

Con l’indagine “Trash” la Dda di Reggio Calabria ha posto la lente sugli interessi della ‘ndrangheta nel settore dei rifiuti e, nello specifico, nella società “Fata Morgana”, una realtà imprenditoriale, a giudizio degli inquirenti, creata ad hoc dal Comune di Reggio Calabria e poi fatta fallire perché letteralmente svuotata dalle cosche, «attraverso il mantenimento di stretti rapporti dapprima accettati e poi imposti con modalità intimidatorie» con Salvatore Aiello, uomo di punta della società successivamente diventato collaboratore di giustizia. Nell’impostazione accusatoria vi sarebbe anche un ruolo importante da parte di Orazio De Stefano, il quale avrebbe gestito, per conto della famiglia, il business dei rifiuti. Una tesi che, però, oggi si scontra con l’assoluzione disposta dal gup che, evidentemente, vede in Paolo Rosario De Stefano il vero fulcro attorno al quale ruotava l’interno affare della differenziata.


La decisione del gup

Paolo Rosario De Stefano 20 anni

Orazio De Stefano assolto

Paolo Caponera 18 anni e 3700 euro

Giuseppe Praticò 18 anni 3 3600

Andrea Saraceno 14 anni e 3000

Andrea Giungo 14 anni e 3000

Andrea Maviglia assolto

Francesco Ferrara assolto

Vincenzo Torino 6 anni

 

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Giornalista
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