Omicidio a Cetraro: Anna uccisa in 30 secondi

Si avvale ora della facoltà di non rispondere Paolo Di Profio, l’uomo accusato dell’omicidio di Anna Giordanelli. Per il suo legale la confessione non avrebbe alcuna valenza perché dichiarazioni rese senza la presenza dell’avvocato difensore. Intanto spuntano anche i filmati di una videocamera, fondamentali per ricostruire la dinamica del brutale omicidio
di Redazione
29 gennaio 2016
11:10

L’omicida non parla di più - Paolo Di Profio, l'infermiere indagato per l'omicidio del medico nonché cognata Anna Giordanelli, uccisa ieri a Cetraro, si avvale oggi della facoltà di non rispondere davanti al pm della Procura della Repubblica di Paola che lo ha sottoposto a interrogatorio.



A riferirlo è il suo legale Sabrina Mannarino. Secondo l’avvocato, la confessione resa dal suo assistito,  non avrebbe alcun valore in quanto dichiarazioni rese quando ancora Di Profio era privo di ogni assistenza legale. Ammissioni dunque che, secondo l'avvocato Mannarino, non sono utilizzabili per formalizzare l'accusa.


Non la pensa allo stesso modo la Procura: le dichiarazioni dell’omicida sono da classificare a pieno titolo come una confessione spontanea e, seppur rischiano di non aver valore ai fini processuali, rimangono fondamentali dal punto di vista investigativo.


Un delitto in 30 secondi – Ad incastrare Paolo Di Profio anche i filmati registrati da una telecamera posta a circa un km di distanza dal luogo del delitto. Quelle riprese registrano il passaggio prima di Anna, del cognato e poi di nuovo dell’omicida che non prosegue ma, con la sua auto 4x4, una panda verde, effettua un’inversione ad u e torna indietro. Complessivamente l'aggressione sarebbe durata circa 30 secondi.


'Anna la causa della sua infelicità' – Da indiscrezioni raccolte in un paese sconvolto dall’efferato omicidio pare che, a seguito di un certificato medico attestante i suoi problemi psichici, Di Profio sia stato inibito dal lavoro (esercitava la professione di infermiere nel reparto di chirurgia). Anche di questo l’uomo attribuiva la sola colpa alla cognata, rea a suo dire anche della rottura del suo matrimonio.

Il Procuratore di Paola Bruno Giordano: 'caso risolto in meno di 48ore' - Non vogliamo riscuotere un successo mediatico per un fatto tragico che riguarda una donna stimata, una professionista, drammaticamente uccisa". Il procuratore capo di Paola Bruno Giordano ci tiene, comunque, a sottolineare la brutalità del delitto di Anna Giordanelli, la dottoressa di Cetraro assassinata nel primo pomeriggio di mercoledì a pochi passi dalla sua abitazione mentre faceva jogging. In meno di 48 ore gli inquirenti sono riusciti a risolvere il caso individuando il responsabile nell'ex cognato della vittima Paolo Di Profio, 46 anni, infermiere all'ospedale del centro del Tirreno cosentino. "L'attuale indagato - ha spiegato Giordano - in un primo momento ha confessato rilasciando dichiarazioni spontanee in cui ha elencato una serie di dettagli e particolari. Ma ci sono tanti elementi a supporto: le immagini video che vedono la macchina dell'infermiere nel luogo del delitto, fermarsi e poi andare via. Abbiamo trovato in una scarpata l'arma del delitto, una spranga di ferro comunemente chiamata piede di porco, sulla quale ci sono macchie di sangue. E' stata l'ex moglie dell'indagato a riferire agli inquirenti che quella spranga era di loro proprietà ed era conservato nel garage. C'è stato anche un testimone che ha dichiarato di aver visto l'uomo seguire con la sua Panda verde la dottoressa mentre faceva jogging. Infatti, la telecamera riprende quella vettura e poi dopo la vede allontanarsi. L'omicidio e' avvenuto attorno alle 15:30 alla presenza di diverse persone. Per fortuna, un testimone ha collaborato con i carabinieri fornendo delle informazioni utili. Abbiamo anche trovato macchie di sangue nella sua casa: i vestiti li aveva lavati ed erano stesi. Voglio ringraziare i miei sostituti, due donne, Sonia Nuzzo e Maria Camodeca, che assieme ai carabinieri hanno fatto un lavoro eccezionale. L'indagato, nelle prime ore, sentito dagli inquirenti ha detto di averla solo vista e ha negato qualsiasi contatto. Nella giornata di giovedì Paolo Di Profio davanti ai sostituti e ai carabinieri ha rilasciato dichiarazioni spontanee, nel corso delle quali ha fornito particolari precisi e dettagliati. Poi, in presenza del suo avvocato si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ma il quadro indiziario è talmente completo da poter affermare di essere di fronte a un caso la cui soluzione è blindata. Nei confronti dell'uomo è stato emesso un decreto di fermo ed ora è ristretto nel carcere di Paola".

 

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