OPERAZIONE 'CRIPTO': SCACCO ALLE 'NDRINE DI REGGIO-SUD. DICIANNOVE ARRESTI

Nel mirino della Dda il clan Caridi- Borghetto - Zindato. Fondamentale il ruolo di una donna, madre di due detenuti.
21 luglio 2014
00:00

REGGIO CALABRIA - Al termine di due intensi anni d'indagine, ha preso il via alle prime luci dell'alba una imponente operazione antindrangheta contro le cosche operanti nella città dello stretto. Nel mirino dei Carabinieri dei Comandi provinciali di Roma e Reggio Calabria, che stanno eseguendo 19 ordinanze di custodia cautelare in carcere, gli appartenenti alla cosca " Caridi, Borghetto, Zindato". I provvedimenti sono stati emessi dal tribunale di Reggio Calabria su richiesta della Direzione distrettuale antimafia. 

 


Le contestazioni. Le persone finite dietro le sbarre devono rispondere di associazione a delinquere di stampo mafioso, traffico di droga, concorso in detenzione e porto in luogo pubblico di armi da fuoco. Reati aggravati dal favoreggiamento ad un sodalizio di ndrangheta. Le indagini hanno documentato la  mutua assistenza attraverso la distribuzione di proventi criminali ai familiari dei detenuti per sostenere lespese legali. 

 

Il ruolo della donna. Tra le persone coinvolte anche una donna, madre di due affiliati alla cosca , che avrebbe svolto un ruolo centrale nell'organizzazione del gruppo criminale, facendo le veci dei figli, entrambi detenuti e fungendo così da punto di riferimento della cosca.  

 

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