I Paviglianiti e la politica

Gli interessi del clan Paviglianiti sarebbero arrivati alla politica.
di redazione
19 dicembre 2014
11:17

Secondo gli inquirenti, uomini vicini alla cosca avrebbero aiutato personalità della politica nella corsa ai palazzi del potere. Pare che i Paviglianiti si siano da sempre interessati alla politica.


Elezioni regionali - Secondo quanto emerso dall'inchiesta denominata "Ultima Spiaggia" l'ex consigliere regionale Pasquale Maria Tripodi sarebbe stato "aiutato" in campagna elettorale, da uomini vicini al clan reggino e, se non fosse per la soglia di sbarramento siederebbe anche oggi a Palazzo Campanella. L'uomo su cui l'ex consigliere avrebbe potuto contare è l'imprenditore Antonio Scaramozzino,  per i pm "vicino alla cosca Paviglianiti". "Lui – si legge in un passaggio dell'ordinanza del gip – ha sempre potuto contare sulla vicinanza di un'influente personalità politica di cui si è spesso fatto portavoce, interpretando la sua chiara intenzione di agevolare le cosche nel perseguimento dei propri obiettivi illeciti in cambio di un adeguato pacchetto di voti".



In una intercettazione Scaramozzino si lascia scappare "che ci poteva dire?... "se io so che ho un... inc... io mando soldi... sennò non mando – ha detto – mando per... inc... e se li prendono gli altri?... se sappiamo che è una cosa nostra – ha detto – mando... anche perché ora passo... passo alla forestazione... inc... se è una cosa che sappiamo che soldi spendiamo con amici nostri, io mando, sennò non mando". Chi è il personaggio misterioso pronto a mandare i soldi, ancora non si sa ma, ciò che è certo è che Scaramozzino,nelle elezioni  regionali del 2010, si sarebbe dato molto da fare a favore di Tripodi, aspirante consigliere regionale. Intercettato dagli investigatori Tripodi sembra molto grato a Scaramozzino per l'impegno che sarebbe stato profuso. "Senti, ma a San Lorenzo tutto a posto?" chiede Tripodi a Scaramozzino. Per il pm, il tutto a posto si riferisce ai voti, raccolti grazie all'aiutino dei Paviglianiti.
Pare, infatti, che l'imprenditore sia stato più volte avvistato, con Settimo Paviglianiti, proprio prima della consultazione elettorale. "Il risultato elettorale – dichiara il gip - non tradirà le aspettative di Tripodi Pasquale e della cosca che lo ha appoggiato, in quanto risulterà eletto con 10.393 preferenze: il neo eletto Tripodi non mancherà di ripagare i suoi elettori, primo tra tutti Scaramozzino Antonio Mario al quale, come si evince dall'intercettazione della conversazione telefonica del 08.07.2010 in cui si premura egli stesso di notiziarlo dell'assegnazione all'incarico di delegato regionale in seno alla deputazione amministrativa del Consorzio di bonifica del Basso Ionio reggino".


Elezioni comunali - Ma, l'interesse dei Paviglianiti non si è fermato alla Regione. Nel 2011,infatti, il clan si sarebbe interessato anche alle comunali e alle provinciali. Nell'ordinanza si legge che a San Lorenzo "dietro il risultato elettorale che, sancendo la nomina a sindaco di Pasquale Sapone, ha determinato la sconfitta della lista antagonista "Democrazia legalità trasparenza", capeggiata da Mangiola Palmino, si celano in realtà i veri giochi di potere messi in atto dalla cosca. A quest'ultima lista, risultata perdente, si ritiene siano stati attribuiti i connotati di una lista di copertura al fine di far assumere una parvenza di legalità alle consultazioni amministrative. Così facendo la cosca, che in entrambe le liste conta soggetti ritenuti affiliati o contermini alla stessa, riesce a garantirsi il pieno controllo degli organi amministrativi comunali". Non c'è libertà di scelta quindi, il clan gestiva tutte e due le liste, per avere la sicurezza di prendersi il comune. Il collaboratore di giustizia Giuseppe Ambrogio spiega che i Paviglianiti "sono stati sempre interessati alle vicende politico-amministrative, anche alle ultime elezioni Settimo Paviglianiti appoggiava la candidatura a sindaco di Sapone e il fratello Angelo quella di Palmino Mangiola".


Elezioni provinciali - La storia non cambia alle provinciali, i Paviglianiti, secondo gli inquirenti, avrebbero appoggiato Giovanni Falcone, uomo di fiducia di Settimio Paviglianiti e Annunziato Nastasi. In questo caso, l'aspirante consigliere provinciale avrebbe scelto il lido "la Cubana, posto ieri sotto sequestro, per un evento di campagna elettorale. Secondo il Gip tutto ciò "rende palese il meccanismo che, nelle realtà locali, si instaura di duplice sfruttamento tra il "politico" di turno e l'associazione criminale operante nel territorio di riferimento ai fini elettorali, laddove l'uno è a caccia di voti e l'altra è alla ricerca di un futuro "referente" istituzionale a cui rendere il conto nell'assegnazione di appalti, nel riconoscimento di atti autorizzativi o concessioni pubbliche a loro inibite, nella gestione della cosa pubblica in generale". Infine sempre secondo il Gip "il quadro che ne deriva è di sconfortante evidenza, non vi è elezione amministrativa che non sia sottoposta al "setaccio" dalla cosca di riferimento, al punto che la differenza tra le stesse non e più quella del livello territoriale interessato al rinnovo dei propri rappresentanti (comunale, provinciale, regionale), bensì del grado di vicinanza e di diretta "rappresentatività" del candidato, che si presceglie di appoggiare, agli interessi di parte della consorteria criminale e dei suoi maggiorenti, anziché a quelli pubblici della collettività per cui si procede".  


"Schemi noti e passaggi usuali – afferma il giudice – ma che nonostante la loro monotona ripetitività non mancano mai di replicarsi e di trovare fertile humus nel realtà territoriali locali, tristemente afflitte, oltre alle ataviche privazioni economiche e culturali del sud, dal fenomeno trasversale ed occulto, che non conosce "colori" o "posizioni" ideali, della criminalità organizzata di stampo mafioso".

 

La difesa di Tripodi - "Premesso che conoscevo Antonio Scaramozzino quale imprenditore incensurato e che, al tempo della campagna elettorale per le regionali del 2010 lo stesso era membre dell'Udc, ribadisco la mia estraneità nei confronti di soggetti terzi afferenti all'imprenditore, sottolineando che il fatto che Scaramozzino fosse un mio elettore è facilmente spiegabile dall'appartenenza alla stessa formazione politica".


"Riguardo l'assegnazione di Scaramozzino all'incarico di delegato regionale presso il consorzio di Bonifica del Basso Ionio Reggino - continua Tripodi - vorrei precisare come questo sia stato nominato con decreto del Presidente della Giunta Regionale (...)a seguito di regolare procedura prevista dalla legge regionale, conseguente alla presentazione di curriculum ed essendo in possesso dei requisiti necessari".

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