L’analisi

Occhiuto rivendica decisionismo e acquisizioni: «Qualcuno mi chiama comunista ma l’intervento pubblico talvolta è necessario»

Il presidente della Regione esclude incarichi governativi che possano interrompere il suo mandato e rivendica il lavoro svolto. Dall’acquisizione di Sacal, Sorical e Terme fino alla creazione delle Aziende uniche per sanità, acqua e rifiuti

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di Massimo Clausi
29 aprile 2024
14:59

«Resterò qui fino alla fine della legislatura». Il presidente della giunta regionale, Roberto Occhiuto, smentisce ulteriormente ogni ipotesi su una sua eventuale exit strategy dalla Regione. Voci che lui stesso, per la verità, ha in qualche modo implementato con l'enigmatico post su come sia difficile governare questa regione. Durante la conferenza stampa di metà mandato dice invece di non avere altre velleità, nemmeno su eventuali incarichi di Governo. «Anche i ruoli che ho di politica nazionale mi sono funzionali - dice - per avere un peso contrattuale maggiore per la Calabria. Poi vedremo a fine legislatura non solo i risultati raggiunti, ma anche come mi sentirò. Se sarò spompato vorrà dire che chiederò a qualche altro esponente della mia coalizione di candidarsi, altrimenti mi sottoporrò al giudizio degli elettori».

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A governare la Regione, quindi, Occhiuto sembra averci preso gusto anche se sa quanto il gioco può essere pericoloso. Scherzando dice che di solito vengono riconfermati i consiglieri regionali, gli assessori, i presidenti invece si consumano. In effetti le statistiche sono contro di lui. Non solo nessun presidente è riuscito nella riconferma, ma soprattutto per molti suoi predecessori la Cittadella si è trasformata in una sorta di “tomba” politica.


Occhiuto ovviamente fa gli scongiuri e durante la conferenza inonda i giornalisti di numeri e slide, elenca le riforme fatte e fa passare un messaggio chiaro ovvero che nei suoi primi trenta mesi di governo sono state fatte molte più cose che negli ultimi trent’anni. Occhiuto lo ha fatto attraverso una particolare  filosofia: ha acquistato la Sacal, le Terme, la Sorical, ha accentrato su di sé funzioni che erano un tempo dei comuni come l’idrico e  rifiuti, ha creato il Consorzio unico di Bonifica, Azienda zero ecc. Qualcuno sostiene che abbia trasformato la Regione in una specie di Iri locale, proprio lui che per appartenenza politica dovrebbe portare ben alta la bandiera del mercato. Il rischio è non solo di appesantire la struttura burocratica regionale, ma anche di mettere sotto il tappeto una serie di debiti che potrebbero esplodere da un momento all’altro.

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«Un mio collaboratore che è comunista, Silvio Greco - replica Occhiuto - quando abbiamo comprato Sacal mi pare, mi ha mandato una foto con la falce e il martello. Ma io sono un liberista, credo nella forza del mercato. Però il mio interesse primario è quello di far funzionare le cose. Se non va così allora è chiaro che intervengo con il pubblico, ma senza mai pestare i piedi al privato. Certo c’è un problema di impatto sulla burocrazia regionale, ma il vero problema è che tutti gli altri presidenti si occupavano molto di politica, di chi candidare, delle alleanze da fare. Per questo la burocrazia lavorava un po’ col pilota automatico. Io di queste cose come sapete non me ne occupo, tranne che a Corigliano Rossano. Per cui chiedo ogni giorno ai miei dirigenti uno sforzo in più per il bene dei calabresi».

Sul perché abbia messo la faccia solo su Corigliano Rossano, Occhiuto la spiega così. «Avevo un ottimo rapporto con il sindaco Flavio Stasi, però mi ha fatto arrabbiare sulla vicenda della Baker Hughes (l’investimento da venti milioni di euro che la multinazionale vuole fare proprio nella cittadina, ndr) allora gli ho detto che sarei sceso in campo». Anche qui, quindi, una mossa non politica ma volta a salvaguardare un accordo che secondo il presidente porterà benefici sul territorio.

Insomma l’Occhiuto in conferenza stampa smette i panni del dirigente politico. Dice, senza che nessuno gli creda però, che non sapeva nemmeno che Cosentino sarebbe stato il candidato sindaco di Vibo e punta tutto sulla reputazione della Calabria. Annuncia, infatti, che l’accordo con la Rai è stato prolungato di un altro anno con quello che comporta in termini di ritorno d’immagine. Si dice dispiaciuto poi per la vicenda di Tropea. «Io sono uno che firma protocolli con Carabinieri, Guardia di Finanza, Prefetture perché credo che lo Stato debba far sentire la sua vicinanza alla Calabria. Ma non si possono recitare le due parti in commedia. Se lo Stato prende una decisione, per quanto dolorosa, me ne dispiaccio, ma la rispetto».

A proposito di immagine c’è un problema grave che riguarda la Calabria ovvero la bonifica dell’ex area industriale di Crotone. Occhiuto dice di aver avuto diverse interlocuzioni con Eni richiamandola a rispettare il vincolo relativo allo smaltimento fuori regione dei rifiuti. C’è in programma però una nuova conferenza dei servizi. «Bisognerà rimuovere quel vincolo - dice Occhiuto - e non penso sia facile. Ma soprattutto si potrà fare solo con l’accordo con le amministrazioni locali». Vedremo cosa decideranno quest’ultime che su questa partita non sempre hanno avuto un comportamento lineare.

L’ultimo passaggio è sulle Europee. Occhiuto non spende molte parole, ma si dice sicuro che Forza Italia si confermerà ai suoi consueti livelli in Calabria «magari portando alle urne gli astensionisti, per non rubare voti ai miei amici della Lega e di FdI», dice scherzando. Il presidente insomma sminuisce molto un appuntamento elettorale che invece nasconde molte insidie politiche.

Giornalista
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