Mappa criminale

‘Ndrangheta, ecco le famiglie che comandano nei mandamenti e nelle province in Calabria: la relazione della Dia

Nonostante le inchieste, i processi e i sequestri che hanno ridimensionato il potere delle cosche, la criminalità organizzata calabrese continua a disporre di grande liquidità grazie alla gestione del traffico di droga. Montagne di contanti che i clan usano per infiltrare l'economia non solo in Italia, ma in tutto in mondo 

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di Redazione
13 aprile 2023
17:04

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Provincia di Reggio Calabria

Nel corso del primo semestre del 2022, la situazione della criminalità organizzata nella provincia di Reggio Calabria non ha fatto registrare significative evoluzioni sul piano strutturale. La ‘ndrangheta si conferma un’organizzazione dotata di una struttura unitaria, governata da un organismo di vertice, la cosiddetta Provincia o il Crimine, sovraordinato a quelli che vengono indicati come mandamenti che insistono in tre macroaree geografiche (la zona jonica, la tirrenica e quella di Reggio centro) e al cui interno operano le locali e le ’ndrine. Tale struttura è stata ribadita anche dalle pronunce definitive emesse all’esito del noto processo Crimine.

Mandamento centro

Il contesto criminale della città di Reggio Calabria è rappresentato dalle storiche famiglie di ‘ndrangheta dei De Stefano, Condello, Libri e Tegano. Gli esiti giudiziari delle operazioni Meta e Gotha hanno tra l’altro documentato le sinergie operative tra le cosche Condello e De Stefano-Libri, un tempo contrapposte, nella gestione unitaria degli affari illeciti.

Oltre alle operazioni giudiziarie che anche nel 2022 hanno continuato a perseguire le cosche di Reggio Calabria, per quanto attiene l’azione di aggressione ai patrimoni illeciti dei clan, il 26 gennaio 2022 la guardia di finanza e la polizia di Stato reggine hanno eseguito un decreto di sequestro di beni a carico di un imprenditore attivo nella lavorazione delle carni, per un valore complessivo di oltre 3 milioni di euro. 

Nel medesimo ambito d’intervento, si evidenzia che il 3 febbraio 2021, la Dia, nel contesto del procedimento Scilla e Cariddi, aveva dato esecuzione ad un decreto che disponeva, inizialmente per 6 mesi, l’amministrazione giudiziaria di una delle società di traghettamento nello stretto di Messina (prorogata fino a febbraio 2023), nonché il sequestro dei beni nella disponibilità di un sodale della famiglia Buda di Villa San Giovanni, federata alla cosca Imerti-Condello, confiscati nel semestre in esame con provvedimento emesso dal Tribunale di Reggio Calabria.

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