La replica

Truffa sul Reddito di cittadinanza a Cosenza, le precisazioni del Caf: «Le domande finite sotto inchiesta trasmesse usando canali “alternativi”»

Il presidente Andrea Michele Tiso replica a un articolo pubblicato lo scorso 22 dicembre. Di seguito la nostra controreplica: «Ci siamo attenuti a quanto scritto dalla Gdf»

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di Redazione
27 dicembre 2023
12:32

In merito al nostro articolo pubblicato lo scorso 22 dicembre dal titolo “Cosenza, ecco come funzionava la truffa sul Reddito di cittadinanza: il Caf e il commerciante cinese”, il presidente del Centro assistenza fiscale Labor, Andrea Michele Tiso, ci tiene a fare alcune precisazioni. Di seguito riportiamo la nota integrale del rappresentante del Caf.

«Nel corso di un servizio mandato in onda dal Tg1 in data 22 dicembre scorso nell'edizione delle ore 20.00, è stato reso noto che nella provincia di Cosenza l'Autorità giudiziaria avrebbe iscritto nel registro degli indagati due operatori di un centro di assistenza fiscale responsabili di aver consentito a diversi cittadini, attraverso la falsificazione di documenti, l'indebita percezione del reddito di cittadina per un importo pari a oltre tre milioni di euro. Successivamente sono comparsi articoli su testate locali on line di alcuni quotidiani, nei quali si riporta che i soggetti in esame avrebbero operato all'interno di una sede del Caf Labor. Lo scrivente Caf Labor intende fermamente contestare la veridicità di tali notizie diffidando formalmente le testate destinatarie della presente a provvedere, senza alcun indugio, alla rettifica delle stesse. All'esito delle verifiche condotte in merito all'attività svolta dal signor Cristian Sebastian Teglas, principale indagato, è emerso che lo stesso, nel periodo compreso tra il 2021 e il 2022 ha elaborato 33 domande di reddito di cittadinanza. Tali domande, numericamente coerenti rispetto alla media nazionale (e, anzi, del tutto inferiori alla media) sono state sottoposte a controllo dal Caf Labor e risultanti regolari. Le centinaia di domande in relazione alle quali le Autorità hanno ravvisato a carico degli indagati gli estremi del reato di truffa sono state invece trasmesse non già attraverso il canale dell'intermediario qualificato quale il Caf ma utilizzando il canale "alternativo", ovvero gli Spid personali dei cittadini; la relativa documentazione è stata inoltre rinvenuta presso il domicilio dell'indagato. Il Caf Labor non ha mai percepito somme in relazione a dette domande. È pertanto evidente che il signor Cristian Sebastian Teglas abbia operato scientemente evadendo ogni forma di controllo che i centri di assistenza fiscale operano sulla propria attività e, pertanto, agendo personalmente, di intesa con coloro che risulterebbero aver indebitamente percepito la misura assistenziale. Si diffida pertanto all'immediata rettifica degli articoli pubblicati on line, dovendo in difetto dare corso ad ogni iniziativa perla tutela dello scrivente».


La controreplica di Antonio Alizzi

Egregio presidente Tiso, le contestazioni che muove ai nostri servizi non nascono da fantasiose ricostruzioni giornalistiche ma si attengono al comunicato stampa diramato dalla Guardia di Finanza di Cosenza, sotto il controllo dell'autorità giudiziaria, e, inoltre, ai contenuti investigativi presenti nell'ordinanza di custodia cautelare firmata dall'ufficio gip di Cosenza. Le obiezioni dunque andrebbero formulate alla magistratura inquirente.

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