'I diritti oltre il genere' al TF Leggere&Scrivere: dibattito con Vladimir Luxuria e Giuseppe Cricenti

Fuori dallo storico Palazzo, esponenti di Forza nuova hanno manifestato il loro dissenso per la presenza dell'ex parlamentare e per il dibattito in corso
di Redazione
15 ottobre 2015
21:21

Un incontro dal taglio sociologico e antropologico, affrontato sotto la lente d'ingrandimento della giurisprudenza. Il Tf Leggere&Scrivere ha ospitato, a Palazzo Gagliardi, il magistrato Giuseppe Cricenti , Filippo Savarese portavoce nazionale del movimento Le Manif Pour Tous, e Vladimir Luxuria ex parlamentare, per parlare di "Diritti oltre il genere". Un dibattito vivo, critico, che ha attirato l’attenzione di un numeroso pubblico, come sempre attento e curioso. Si è partiti dalla distinzione tra moralità e giuridicità. Per il magistrato Cricenti, tuttavia, non ci sono dubbi: "Il diritto non deve prendere atto di scelte morali rilevate nella società" ha fatto presente aggiungendo la necessità della "neutralità dello Stato nelle scelte morali dell'individuo che decide da sè come orientarsi e comportarsi".

 


Al dibattito si affrontano questioni come le unioni civili, l'omofobia, l'istigazione alla violenza, i diritti dei bambini. E quindi, le scarse regolamentazioni dell'Italia che, in più occasioni, ha dimostrato di non essere particolarmente "veloce". Basti pensare, come espresso nel discorso introduttivo di Luxuria, che nel 1989 fu la Danimarca la prima nazione a legiferare sulle coppie omosessuali, seguita da tutte le altre nazioni, anche le più cattoliche: "Abbiamo il diritto - ha precisato l'ex parlamentare - a sentirci uguali agli altri. E che non ci sia più nessuno che, in nome di un colore della pelle, di una confessione religiosa o di un orientamento sessuale, si erga sul piedistallo e decida quali diritti darci e quali diritti tenere per sè". Una legislazione adeguata, quindi, diventa un allargamento dei diritti a tutti non una limitazione dei diritti delle famiglie. Conoscere le realtà, "significa non averne più paura. L'amore è amore, è un sentimento". La parola è poi ripassata a Cricenti il quale ha evidenziato il valore "simbolico delle leggi", con riferimento alla legge sull'omofobia, "anche se vi era la possibilità nell'ordinamento di reprimere determinati comportamenti anti omofobi, l'averlo sottolineato espressamente ha un valore aggiunto rispetto a quello che poteva essere una regola implicita".

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