In corsa

Patrimonio dell’umanità Unesco, cinque luoghi calabresi nella lista dei candidati

Alcuni erano stati già stati annoverati nello speciale elenco nel 2006. La proposta rientra nell’ambito del percorso “Testimonianze della cultura italo-greca tra Alto e Basso Medioevo”

183
di Luca Latella
28 dicembre 2023
11:59
A sinistra, dall’alto, la Cattolica di Stilo e l’oratorio di San Marco a Corigliano Rossano. Al centro, Gerace e il monastero di San Giovanni Theristìs a Bivongi. A destra, il battistero di Santa Severina
A sinistra, dall’alto, la Cattolica di Stilo e l’oratorio di San Marco a Corigliano Rossano. Al centro, Gerace e il monastero di San Giovanni Theristìs a Bivongi. A destra, il battistero di Santa Severina

Il Comune di Gerace, il Battistero di Santa Severina, l’Oratorio di San Marco a Rossano, la Cattolica di Stilo ed il Monastero ortodosso di san Giovanni Theristìs a Bivongi, sono stati inseriti nella tentative list dell’Unesco (l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura) come candidate alla lista dei patrimoni dell'umanità, nell’ambito del percorso “Testimonianze della cultura italo-greca tra Alto e Basso Medioevo”.

Per alcuni di questi siti, però, non è la prima volta. Già nel 2006, infatti, i complessi basiliano-bizantini in cui rientravano l’Oratorio rossanese di San Marco, la Cattolica di Stilo, il Battistero di Santa Severina, il Monastero ortodosso di san Giovanni Theristìs a Bivongi e la Basilica di Santa Maria di Roccella furono iscritte tra le candidate, insieme al complesso monastico di Santa Maria del Patire, sempre a Rossano, che in questi anni sta compiendo un percorso specifico per essere annoverato tra patrimoni Unesco e, quindi, affiancare il Codex Purpureus Rossanensis, già bene dell'umanità dal 2015.


La proposta

La proposta di candidatura di un sito seriale di cinque componenti – una città e quattro edifici monumentali – «costituisce un complesso delle testimonianze più significative della cultura greco-bizantina nel Mediterraneo occidentale. È uno straordinario fenomeno di scambio culturale in una fase cruciale della storia europea. Il sito proposto è infatti la migliore rappresentazione della cultura greco-bizantina, che si radicò in Calabria, e si sviluppò particolarmente tra l'VIII e l'XI secolo. Ebbe un'influenza talmente profonda e duratura da resistere alle successive dominazioni, garantendo la continuità della civiltà greco-ortodossa in Italia e in Europa. Funse dapprima come centro di diffusione della cultura dell'Impero bizantino di Costantinopoli e poi come custode di un patrimonio culturale».

Il sito seriale testimonia non solo la «“bizantinizzazione” della penisola italiana attraverso le campagne militari di riconquista guidate da Costantinopoli ma anche la diffusione del monachesimo orientale».

La giustificazione

Per essere annoverati nella tentative list, i cinque siti hanno superato quattro criteri di valutazione. Per l’Unesco, tra gli altri parametri adottati, la proposta di candidatura per il sito seriale “Testimonianze della cultura italo-greca tra Alto e Alto Medioevo” riproduce «un inestimabile patrimonio di architettura e arte, espressione delle radici e dello sviluppo della cultura e della religione greca in Italia. Le origini classiche e l'esperienza della dominazione bizantina ne fanno una porta per la continuazione della civiltà greco-ortodossa in Italia e in Europa».

La città di Gerace

La città di Gerace è stata iscritta nella tentative list perché «è l'esempio più rappresentativo e meglio conservato di assetto urbano appartenente al mondo bizantino in Occidente. È una delle pochissime città antiche della Calabria che ha mantenuto il tessuto urbano originario. Impregnata di spiritualità, cultura e costumi greco-orientali, accanto ad un parallelo e rafforzante processo di “bizantinizzazione” civile dell'insediamento fortificato, Santa Ciriaca - Gerace presenta una straordinaria concentrazione di chiese greco-ortodosse».

Il Battistero di Santa Severina

Il Battistero di Santa Severina, edificato alla fine del IX secolo, «è il miglior esempio di stile bizantino antecedente al X secolo. È l'unico battistero bizantino sopravvissuto nel contesto italo-greco rimasto sostanzialmente intatto fino ai giorni nostri».

L’Oratorio di San Marco a Rossano

Costruito tra il IX e il X secolo, l'Oratorio di San Marco rappresenta «uno dei migliori esempi di architettura sacra bizantina antecedente l'anno Mille. Incarna austerità e dignitosa semplicità nella sua concezione architettonica. Sorge su uno sperone calcareo situato nel settore sud-orientale dell'attuale centro storico di Rossano, città natale di San Nilo. La pianta dell'edificio, tipicamente orientale, è a forma di croce greca inscritta in un quadrato. La piazza, completata all'estremità est da tre absidi semicircolari, è coronata da cinque cupoline con rocchi cilindrici. Ognuna delle piccole absidi presenta una bifora sorretta da colonnine sormontate da capitelli a cuscino. All'interno della chiesa si trovano pilastri in muratura intonacati a sostegno della cupola».

La Cattolica di Stilo

Edificata tra il X e l'XI secolo, è un «eccezionale esempio di edificio ecclesiastico caratteristico della “matura architettura bizantina”. È un autentico simbolo di spiritualità, soprattutto per la sua integrazione nel paesaggio, di cui diventa parte, che crea e influenza. Stilo, all'epoca della sua costruzione, fu il principale centro bizantino della regione e polo d'attrazione di eremiti e monaci basiliani che cercarono rifugio nelle sue grotte, creando nella zona un insediamento rupestre di enorme importanza. La chiesa ha pianta a croce greca inscritta in un quadrato, con tre absidi disposte simmetricamente attorno ad una cupola centrale».

Il Sacro Monastero ortodosso di S. Giovanni Theristìs in Bivongi

San Giovanni Theristis a Bivongi, sorto nell'XI secolo «come primo monastero in Italia fondato da monaci provenienti dal Monte Athos, raffigura l'ultimo monumento italo-greco di epoca bizantina e costituisce la più chiara testimonianza architettonica del passaggio all'epoca latina. La “basilica” si presenta come una chiesa bizantina, ma con dimensioni normanne».

Iter lungo e tortuoso

Insomma, il percorso per essere annoverati quali beni patrimonio dell’umanità è ancora lungo e Rossano, in questo particolare contesto, potrebbe – nei prossimi anni – vantarne addirittura altri due insieme al Codex Purpureus Rossanensis: il complesso monastico del Patire e l’Oratorio di San Marco. La tentative list è solo l’inizio del percorso.

 

GUARDA I NOSTRI LIVE STREAM
Guarda lo streaming live del nostro canale all news Guarda lo streaming di LaC Tv Ascola LaC Radio
top