Grammatica emozionale – Viaggio dentro le parole, edito da Pellegrini con una prefazione di Arnaldo Colasanti, è l’opera che non ti aspetti da un magistrato in pensione. Dino Petralia, per lungo tempo alla guida della Procura Generale di Reggio Calabria, già componente del Csm e capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, non ha scritto un libro che insegni ad usare le parole. Piuttosto, come egli stesso dice al nostro network, «ad accarezzarle, domarle, renderle più belle e accattivanti. Nel mio caso, anche per essere riconoscente verso le parole».

L’amore verso le parole

Una passione che parte da lontano: «Ha una radice antica – afferma ancora - Trascorrevo i pomeriggi a casa di mia nonna, insegnante elementare di un tempo, quindi un'autorità, e di mio nonno, musicista. Loro mi hanno, come dire, istradato all'uso, o meglio, all'amore verso le parole. E da lì è nata una passione, esplosa adesso dopo il pensionamento. Da me forse qualcuno si aspettava qualche tipo di compendio di natura legale. Invece sono convinto che ogni buon professionista anzi, ogni buon uomo, al di là del proprio lavoro, del proprio impegno, deve avere un parallelo interesse e per far rifiorire questo interesse non c'è migliore condizione della pensione, ovvero lo stacco che proietta ad un inizio verso altre cose». A Cosenza, in occasione della presentazione del volume, ricco parterre di rappresentanti politici e istituzionali. La vicesindaco Maria Locanto ha portato i saluti dell’amministrazione comunale di Palazzo dei Bruzi. Da segnalare inoltre, la presenza del Procuratore della Repubblica Vincenzo Capomolla e l’intervento da remoto dell’ex assessore regionale Caterina Capponi. Come detto Arnaldo Colasanti, scrittore e critico letterario, volto noto anche per le sue apparizioni televisive, ha firmato la prefazione del volume. Le postfazioni sono di Alessandro Bergonzoni e Sarantis Thanopulos.

L’ordine del potere

Colasanti ha individuato un punto in comune tra il magistrato ed il critico: «L’ordine del potere ovvero l’arte del tenere un ordine con delle norme precise, che vuol dire appunto avere il potere. Il magistrato addirittura fa una capriola – ha aggiunto riferendosi appunto all’autore, Dino Petralia - e cerca di stabilire questo principio proprio attraverso l'ordine della lingua, che è la grammatica. Lui ci gioca, dimostra le controversie, le contraddizioni, degli avverbi, degli aggettivi, dei sostantivi in modo gustoso, intelligente, persino comico. Ma l'obiettivo è capire e far capire che solo ordinando e governando le norme del linguaggio si ha il potere».

No alla separazione delle carriere

A Dino Petralia, in virtù della sua lunga ed autorevole esperienza, abbiamo però chiesto anche una valutazione sulla questione del momento: quella della riforma della giustizia. «Assolutamente no alla separazione delle carriere – replica senza se e senza ma - Guardi, io sono, come dire, un portatore sano, perché ho iniziato facendo il pubblico ministero, poi ho fatto a lungo il giudice per circa 12 anni e quando sono tornato a vestire i panni del Pm, l’ho fatto meglio di come l'avessi fatto all'inizio».