Post ribellione

Il futuro di Prigozhin e della Wagner tra ipotesi occidentali e proiezioni russe

Dopo il tentativo di ribellione al Cremlino, le autorità hanno taciuto su un incontro avvenuto con il capo Progozhin. Ma quale sarà il futuro del gruppo di mercenari e del loro comandante?

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di Giusy Criscuolo
14 luglio 2023
17:12
Frame del video di Evgeny Prigozhin durante la marcia della giustizia
Frame del video di Evgeny Prigozhin durante la marcia della giustizia

Il 29 giugno scorso, il presidente russo Vladimir Putin ha tenuto un incontro al Cremlino con i comandanti dei distaccamenti della Wagner PMC. Tra questi anche lo stesso capo Evgeny Prigozhin che era seduto in prima fila. All'incontro hanno partecipato in totale 35 militanti della Wagner. Secondo quanto raccontato dai media russi e sui canali della Pmc, il “colloquio” sarebbe durato più di tre ore. L’ufficio stampa di Prigozhin ha dichiarato che Vladimir Putin avrebbe commentato l’incontro senza giri di parole e convenevoli.  Il presidente avrebbe detto: “Durante l’incontro con loro, ho valutato da un lato cosa hanno fatto sul campo di battaglia e dall'altro cosa hanno fatto durante gli eventi del 24 giugno”. Per ultimo Putin avrebbe mostrato le possibili opzioni per un eventuale passaggio dei loro servizi presso il Ministero della Difesa russa.

Il presidente avrebbe offerto ai comandanti Wagner, si parla dunque di 35 persone, diverse opzioni di impiego, anche sotto la guida del loro comandante sul campo Sedoy, mentre una delle opzioni si sarebbe ridotta alla firma di un contratto con il Ministero della Difesa.


“Potrebbero riunirsi tutti in un unico luogo e continuare a servire. Nulla cambierebbe per loro. Sarebbero guidati dalla stessa persona che è stata il loro vero comandante per tutto questo tempo avrebbe dichiarato Vladimir Putin, ma sempre da quanto si evince sui canali ufficiali della Compagnia, Prigozhin che era seduto in prima fila, dopo aver ascoltato la proposta avrebbe dissentito dichiarando: “No, i ragazzi non sono d'accordo con una simile decisione”.

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Putin avrebbe pertanto aggiunto che, in effetti, Una società militare privata come quella della Wagner, semplicemente non esiste, poiché non esiste una legge sulle Pmc”.

Le voci di corridoio occidentali subito dopo l’incontro avrebbero tirato fuori la spy story che vedrebbe Prigozhin ucciso all’interno della “tana dell’Orsa” cioè dentro al Cremlino. Ma si sa che in certe occasioni il limite tra realtà e finzione, a volte, si fonde perfettamente.

Diversamente stando a quanto dichiarato dal generale Usa in pensione Robert Abrams, per ABC News, il dubbio di vedere ancora Progohzin pubblicamente prende forma: “La mia valutazione personale è che dubito che vedremo Prigozhin mai più pubblicamente. Penso che verrà messo in clandestinità, mandato in prigione o trattato in qualche altro modo, ma dubito che lo rivedremo mai più”.

Per smentire le dicerie sui canali della Wagner è stata pubblicata una foto del fondatore, in abiti che poco si addicono ad un comandante, ma sotto la quale si legge “Nuova foto di Evgeny Prigohzin in condizioni normali in una tenda”, peccato che i metadati della foto originale, secondo quanto dichiarato in alcuni canali Telegram, risalirebbero al 12 giugno alle 7:24.

Certo è che dal giorno dell’incontro, sembrerebbe che la Wagner abbia consegnato tutto il suo equipaggiamento al Ministero della Difesa russo. Tra questi carri armati, i lanciarazzi BM-21 meglio conosciuti come ‘Grad’ e 2,5mila tonnellate di munizioni.

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Il punto di vista russo

Sui media russi, si evince che Prigozhin avrebbe ancora molto da dare al Cremlino e al suo presidente. Questo sarebbe confermato, a detta degli stessi media, dall’alone di mistero che in queste settimane accompagna la figura del Creatore della Pmc Wagner legato ai vari spostamenti del Comandate e soprattutto all’incontro che si è tenuto il 29 giugno.

Dopo il tentativo di ribellione alla Russia, come tutti ricorderemo, le autorità del paese hanno taciuto sull’evento per quasi due settimane. Lo stesso incontro non avrebbe dovuto essere pubblicizzato e sarebbe dovuto rimanere segreto, se un giornale francese non avesse pubblicato la notizia dello stesso ricevuta dall'intelligence occidentale. Alla luce della pubblicazione, Dmitry Peskov è stato costretto a confermare il fatto.

Secondo alcune analisi russe, Yevgeny Prigozhin non solo avrebbe agito unicamente contro alcuni esponenti della Difesa russa, che non riteneva capaci di preservare la patria, ma avrebbe preso le parti di Vladimir Putin affermando che lo stesso è stato ingannato dai suoi comandanti. Una ribellione, secondo lo stesso Yevgeny Prigozhin, non contro il presidente ma contro la guida del Ministero della Difesa, contro quelle persone, Sergei Shoigu in primis, che volevano che il gruppo Wagner cadesse sotto il controllo del Ministero della Difesa.

Secondo quanto si evince su questi siti e canali russi, in linea di principio, Yevgeny Prigozhin sarebbe riuscito in tutto, mantenendo anche il gruppo Wagner, che di base ancora lo sostiene. La forza della Pmc sarebbe legata a quegli aspetti egemoni e commerciali collegati all’Africa e di cui Putin sembrerebbe non poterne fare a meno. In questo modo Yevgeny Prigozhin diventa una risorsa chiave per il Cremlino.

I suoi mercenari, difatti, gli sarebbero fedeli per la stragrande maggioranza, defezioni a parte. La Compagnia si troverebbe ben sistemata in alcuni paesi africani, sostenendo non solo gli affari dello stesso Prigozhin, ma anche l'influenza russa nel Continente, tra il Maghreb e il centro Africa dove molte delle risorse naturali sarebbero già sotto il controllo della Pmc.

Ne segue che davanti ad una prospettiva simile, non sarebbe molto redditizio per il Cremlino ritirare tutti questi mercenari, così come non risulterebbe facile il ‘come farlo’. Se ciò avvenisse, il Cremlino perderebbe la sua influenza nella Repubblica Centrafricana, nel Sudan, nel Mali e in molti altri stati come quelli pocanzi citati. L’errore forse commesso da Mosca è stato quello di aver dato carta bianca e potere, in questi ultimi anni, ai mercenari del gruppo Wagner.

 

 

 

 

 

 

 

 

Giornalista
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