Fondo di garanzia congelato, gli ex assessori si difendono dalle accuse

Dieci componenti della giunta Loiero sotto inchiesta con l'accusa di peculato spiegano le loro ragioni
di R.C.
24 ottobre 2014
00:00

Catanzaro -  "Non abbiamo messo in atto alcuna attività illecita per distrarre risorse dal fondo di garanzia per il lavoro sequestrato dalla guardia di finanza". Gli ex assessori della giunta Loiero affidano ad un comunicato la loro difesa. Dieci i componenti dell'esecutivo finiti sotto inchiesta con l'accusa di peculato. Indagati anche due funzionari della Regione. Le indagini, svolte dalla guardia di finanza, sono state coordinate dalla procura della Repubblica di Catanzaro. L'inchiesta riguarda l'attuazione del piano di interventi a favore delle imprese varato da Palazzo Alemanni  nel 2009.

 


Per gli inquirenti sarebbero state attivate procedure irregolari per consentire ad alcune aziende di ottenere indebiti vantaggi. Gli ex assessori di Loiero replicano alle accuse sostenendo di aver erogato aiuti all'occupazione anche alle aziende collocate in posizione utile nelle graduatorie di merito ed in regola con tutti i requisiti di legge". La Procura di Catanzaro contesta l'assegnazione degli incentivi a società inaffidabili e con evidenti limiti di solvibilità patrimoniale. Gli ex assessori della giunta Loiero replicano di aver operato "per consentire un adeguato sostegno alle imprese calabresi condizionate dal razionamento del credito attuato dalle banche, imprese non in grado di offrire garanzie reali per ottenere prestiti e fideiussioni". Nessuna correlazione – sostengono ancora gli ex assessori di Loiero – può essere costituita tra i fallimenti dei progetti di inserimento lavorativo e le imprese oggetto del razionamento del credito".

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