Fondi europei

Por Calabria al rush finale: la Regione prova a spendere tutto. Ma le grandi opere restano sulle slide

In Commissione Bilancio alla Camera qualche mese fa il presidente Occhiuto parlò di spesa al 90%, paventando il rischio di “perdere” alcune risorse. Ora si proverà a rimodulare in extremis. I numeri però non cancelleranno il fallimento dei progetti chiave del programma

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di Francesco Rende
21 dicembre 2023
06:15

Centrare gli obiettivi di spesa, certificare quanto più possibile, spostare le risorse dagli assi in overspending a quelli più deboli per arrivare al 100% della spesa effettiva. Negli uffici di Germaneto è una corsa frenetica per chiudere la rendicontazione del Por Calabria 14-20: un programma accidentato, che ha avuto diversi incidenti di percorso e che fino a due anni fa aveva ancora un miliardo di euro da mettere a terra. L’accelerazione avuta sotto l’amministrazione Occhiuto è stata in effetti impressionante: si è riusciti a recuperare un gap importante con una serie di azioni che stanno portando al rush finale di queste ore e che potrebbero far raggiungere la quasi totalità della spesa del programma.

Por Calabria, in Commissione Bilancio Occhiuto ammise: «Arriveremo al 90%»

Solo qualche mese fa, durante l’audizione in Commissione Bilancio alla Camera dei Deputati dei governatori del Sud, il presidente della Regione Calabria rispondendo a una domanda sull’assorbimento della spesa dei fondi europei disse chiaramente che «quando sono arrivato io restava più di un miliardo da spendere, ci siamo messi a lavorare e dovremmo chiudere al 90% della spesa». Quello che sembrava un risultato di cui vantarsi era, in realtà, un’ammissione di sconfitta: si andava verso una situazione di mancata spesa complessiva e relativa decertificazione di alcune risorse, nell’ordine di 150-200 milioni. Nelle ultime settimane l’adozione del programma di aiuto sulle bollette energetiche e una serie di rimodulazioni hanno migliorato il quadro generale e si potrebbe riuscire a raggiungere l’obiettivo.


Sono ancora tanti però gli interrogativi: solo due giorni fa Laura Ferrara, europarlamentare del Movimento 5 Stelle, ha interrogato la Commissione Europea sullo stato di salute del Por Calabria. «Chiedo alla Commissione se alla scadenza del termine del 31 dicembre vi sarà il pieno assorbimento di tutte le risorse coerentemente con le strategie e le priorità del programma e dell'accordo di partenariato, se vi sono state e a quanto ammontano, a oggi, le spese non ammissibili già detratte dal Por 14-20 e se vi sono pericoli di taglio del saldo finale».

L’esponente 5 Stelle si soffermò, inoltre, sulla mancata trasparenza del programma a causa del mancato aggiornamento del sito CalabriaEuropa e sugli obiettivi finali dei vari assi del Programma, più volte rimodulati ma non ancora aggiornati, e sulla paventata possibilità di perdere alla fine il 6% delle risorse, ovvero 140 milioni di euro.

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Se da un lato però la corsa al risultato monetario potrebbe concretizzarsi, dall’altro resta comunque l’amaro in bocca per una programmazione che alla fine del suo percorso è decisamente diversa rispetto alla partenza. Erano tante le grandi opere incluse nel Por che non hanno visto la luce e che sono state stralciate, derubricate, spostate su altre risorse: lavori e infrastrutture che avrebbero davvero potuto cambiare il volto della Calabria.

Pensiamo ad esempio ai collegamenti metropolitani di superficie: quello di Reggio venne scartato fin da subito, mentre la storia della metroleggera di Cosenza resterà agli annali come tutto quello che non va fatto in un’opera pubblica. Lavori iniziati, poi fermati, cantieri bloccati per anni e pianificazione dell’area urbana di Cosenza totalmente modificata da un’opera che è stata poi cancellata dal piano e che non si sa se vedrà mai la luce. Quella più avanzata, ma non completata, è il collegamento veloce di Catanzaro, la cui consegna è stata però posticipata di diversi mesi a causa del ritrovamento di reperti archeologici nel cantiere.

A questo si aggiunge poi il collegamento intermodale tra Aeroporto Lamezia Terme-Catanzaro-Germaneto: presentazioni e conferenze stampa in pompa magna, annunci e progetto rimasto solo sulle slide. Trecento milioni di stanziamento iniziale, i lavori mai partiti fino ad arrivare alla richiesta pervenuta alla Commissione Europea di stralciare la grande opera. Non bisogna dimenticare il programma di sostegno alle Aree Interne, che avrebbe rappresentato linfa vitale per 58 piccoli borghi calabresi e che è stato derubricato per non essere mai partito. Se si aggiungono a questi i flop di programmi come CalabriaInnova, i ritardi di Agenda Urbana, il mancato raggiungimento degli obiettivi di banda ultralarga e tanto altro ancora, si capisce come questi 10 anni dal 2014 ad oggi abbiano rappresentato l’ennesima occasione persa.

Quindi sì, probabilmente gli obiettivi economici verranno raggiunti: ma le grandi opere sono rimaste ancora nel cassetto, i fondi sono stati dati ancora una volta a pioggia e il gap con le altre regioni d’Italia e d’Europa anche stavolta non verrà colmato.

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