L’attesa

Por, spiraglio per la Calabria: possibile la proroga di un anno per spendere i fondi residui

Nei meeting informali in corso in Spagna la proposta di alcuni Paesi europei: allungare le scadenze per recuperare i ritardi causati dal Covid. Intanto la Regione si avvicina all’obiettivo: nuova domanda di pagamento da 220 milioni

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di Francesco Rende
29 settembre 2023
16:36
Il Cuartel de la Artillería a Murcia, dove si sta tenendo il meeting
Il Cuartel de la Artillería a Murcia, dove si sta tenendo il meeting

Mentre montano le polemiche sulle spese del Programma Operativo Regionale della Regione Calabria, arrivato alle battute finali con la solita rincorsa alla spesa per evitare il disimpegno delle risorse, un assist insperato potrebbe arrivare dalla Spagna, in particolare dalla Murcia. Proprio lì, nel cuore della nazione iberica, si sta tenendo in queste ore il meeting informale del ministri europei dedicato alle politiche di coesione, con tutti i ministri ed i responsabili a più alto livello.

Il punto, pur non presente in agenda poiché discusso informalmente, riguarda una tematica che sta molto a cuore alla Calabria e a tante regioni in tutta Europa: si tratta dei ritardi nella spesa e nella rendicontazione accumulati in questi anni. La richiesta da parte di alcuni paesi, in particolar modo quelli dell’area mediterranea, è di inserire maggiore flessibilità nella spesa e nella rendicontazione e dare ulteriori 12 mesi alle regioni, agli stati membri ed ai singoli specifici programmi per spendere le risorse della programmazione 2014-2020. 


Per la Calabria una decisione di questo tipo sarebbe una vera e propria manna dal cielo, perché consentirebbe di evitare con certezza il rischio di definanziamento delle risorse: in questo momento, parte dei soldi non sono state ancora impegnate e spese e il rischio concreto, se il programma dovesse chiudersi al 31 dicembre 2023, è che per la prima volta nella storia ci sia un governo regionale che “restituisca” i soldi che non si è riusciti a spendere a Bruxelles. Una vera e propria catastrofe per un territorio che ha una fame enorme di risorse ma che soprattutto ha la necessità che queste vengano spese e utilizzate per progetti che portino un effettivo ritorno sul benessere dei cittadini.

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Il percorso, però, è in salita: una volta che la proposta uscirà ufficialmente dal Consiglio dell’Unione Europea di fine novembre, dovrà esserci poi l’accordo tra la Commissione, il Parlamento Europeo e il Consiglio che dovranno validare la decisione modificando il regolamento. Un percorso non agevole, dunque, ma c’è fiducia che si possa andare verso questa strada forzando un po’ le tappe.

Por Calabria, nuova domanda di pagamento della Regione alla Commissione Europea

Intanto, in Calabria infuriano le polemiche sulla quantità e sulla qualità della spesa. Nei giorni scorsi il report di Cohesion Data, il portale che analizza la capacità di spesa dei progetti in tutta Europa, segnalava i profondi ritardi del programma regionale calabrese: alla data del 30 giugno, ultimo aggiornamento dei dati del portale, la Calabria ha speso solo il 67% delle risorse. Una cifra effettivamente molto bassa, anche alla luce del fatto che il POR 2014-2020 consente di avere altri tre anni per la spesa e la rendicontazione. Un tempo quindi lunghissimo, nonostante il quale non solo i ritardi sono enormi ma anche i programmi sono totalmente cambiati. Sparite le grandi opere, i progetti caratterizzanti, il POR Calabria si è spogliato. I dati del portale però, che hanno scatenato tante reazioni anche da parte delle opposizioni, non sono aggiornati. Secondo fonti qualificate nel mese di agosto la Regione Calabria ha predisposto una nuova domanda di pagamento, di circa 220 milioni di euro, che portano il programma operativo regionale a ridosso dell’80% della spesa totale. A questi però si dovrebbero aggiungere eventuali ritiri di progetti, ovvero operazioni pianificate che magari ci si è resi conto che non si riescono a portare a compimento entro il 31 dicembre e che quindi sono state stralciate o portate su altri programmi. Per essere cauti, si può dire che resta da chiudere un quarto di tutto il programma operativo regionale, una cifra variabile tra il 25& e il 20%.

La domanda di pagamento rappresenta certamente una boccata d’ossigeno sulla quantità della spesa, che però deve poi essere valutata anche sulla qualità e sulle effettive ricadute.

Adesso il rush finale, gli ultimi mesi per arrivare alla scadenza senza rimandare indietro nemmeno un centesimo a Bruxelles: sperando sempre che si faccia il miracolo e si ottenga un risultato insperato, altri 12 mesi per recuperare i ritardi e spendere tutti i soldi di mamma Europa. 

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