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Alfredo Antoniozzi a Vis-à-vis: «Dicevo sempre che da grande avrei fatto politica e ho avuto la fortuna di farlo»

Dal ricordo del padre Dario alla «fortuna» di essere nato e cresciuto a Cosenza, passando per l'esperienza all'Europarlamento. Il deputato di Fdi si è raccontato nella nuova puntata del nostro format 

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di Giusy Criscuolo
6 dicembre 2023
08:00
Alfredo Antoniozzi e Paola Bottero
Alfredo Antoniozzi e Paola Bottero

La terza puntata di Vis-à-vis, andata in onda ieri sera, ha avuto come ospite negli studi di viaCondotti21, il deputato Alfredo Antoniozzi che si è raccontato con empatia a Paola Bottero, direttore strategico di viaCondotti21, Pubbliemme – Diemmecom e LaC Network.

Figlio “d’arte” Alfredo Antoniozzi, vice capogruppo Fdi, ha fatto emergere un accorato campanilismo per le sue origini cosentine. Conscio che qualcuno potrebbe storcere il naso, ha sottolineato con orgoglio l’importanza del luogo che gli ha dato i natali: «Penso di avere avuto fortuna, perché dove si nasce è un fatto di fortuna, come nascere nel posto più bello della Calabria. Cosenza Vecchia, corso Telesio sotto il liceo Bernardino Telesio, che era ed è ancora oggi un riferimento architettonico…», ricordando come lo stesso Vittorio Sgarbi abbia definito Cosenza Vecchia uno dei centri storici più belli al mondo e come Cosenza sia attualmente candidata ad essere Capitale della Cultura 2026.


Tra i ricordi da bambino, quando giocava con un pallone tra le strade dell’antico Bar, del Corso Vecchio e del Duomo, rammenta con nostalgia come bastasse una palla per passare le giornate. Il tutto parlando di una Cosenza con le antiche botteghe e con gli androni dei palazzi storici che rendevano quel contesto meraviglioso e magico. Così tra un tiro ad un pallone e un ricordo rubato al passato, riaffiora alla memoria il padre, Dario Antoniozzi grande figura politica ed istituzionale. Alfredo Antoniozzi racconta il suo costante desiderio di voler fare politica anche da bambino: «Volevo fare politica. Io seguivo molto mio padre. L'idea del rapporto con la gente mi piaceva e quindi io – da bambino - ho sempre detto da grande farò politica e ho avuto la fortuna di fare quello che volevo fare».

Alla domanda del direttore strategico, se ci sia differenza tra il ruolo istituzionale ricoperto anche dal padre e quello prettamente politico, Antoniozzi non ha dubbi: «L'istituzione è il prolungamento della politica. La politica è candidarsi a governare la cosa pubblica. – sottolineando come la politica sia molto di più – Attenzione! La politica per molti è soltanto l'attività parlamentare e istituzionale. La politica è ben di più, perché io credo che ogni essere umano fa politica».

Politica e Istituzione per Antoniozzi non si scindono: «L’Istituzione è sicuramente la gestione delle cose con il patrimonio della politica, cioè la capacità di fare, con coraggio alcune scelte. Dato un bilancio scelgo di andare in quella direzione piuttosto che in quell'altra. Ed è l'opzione politica che ti caratterizza, che caratterizza il tuo pensiero, i tuoi ideali, i tuoi valori e che ti pone rispetto all'opinione pubblica». Si è parlato di come sia cambiata la comunicazione e il modo di farla, dal ricordo della figura dei portavoce e degli addetti stampa, che una volta avevano un ruolo fondamentale, fino ad arrivare alla digitalizzazione di oggi.

Antoniozzi, ha ricordato la sua immutata passione per la politica nel tempo, rammentando quando già dall’età di 16 anni si era iscritto alla Democrazia Cristiana Giovanile, prendendo il padre come esempio da seguire. Ha sviscerato i ricordi legati alla sua gavetta, che ebbe inizio durate gli studi universitari di giurisprudenza. Studi non semplici, ma per lui più facili rispetto ai coetanei che ritenevano alcune materie particolarmente ostiche. Al ricordo della militanza nel partito giovanile, quando affiggeva manifesti o attaccava francobolli nelle segreterie: «Era bellissimo attaccare i manifesti di notte», ricordo ancora vivo nella mente del politico e dell’uomo.

Stuzzicato dal direttore strategico Paola Bottero, Antoniozzi ha fatto riferimento, con un tocco di nostalgia, alla fine degli anni ’60 inizi anni ’70, dove prima di intraprendere la carriera politica, suonava la batteria in un gruppo che si chiamava “Smog” e che emulava molto i Beatles e i nuovi gruppi, che in quegli anni si affacciavano sul panorama musicale, confermando una rivoluzione dei costumi e culturale.

Sul percorso che racchiude i suoi anni di politica dice: «Dieci anni al Parlamento europeo mi hanno fatto vivere da vicino l'esperienza internazionale, molto formativa. Tutti dovrebbero fare un tempo nelle sedi Europee. - sempre sull’esperienza di Bruxelles - Ti insegnano una cosa che io ho compreso solamente lì, dopo 25 anni di politica, ho imparato che devi guardare le cose a 360 gradi e che devi metterti nella testa degli altri. Perché nel Parlamento europeo non essendoci una maggioranza e un'opposizione intorno ai provvedimenti, la maggioranza la devi creare e quindi devi andarla a cercare». Raccontando come sia qui che bisogna spogliarsi dei propri retropensieri ha continuato una squisita disquisizione politica. Ma le curiosità non sono finite e per chi volesse approfondire il personaggio, la puntata è disponibile su LaC Play.

Vis-à-vis va in onda ogni martedì alle 21 su LaC Tv, canale 11 del digitale terrestre, canale 411 TvSat e 820 di Sky.

Giornalista
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