Cinema

Buon compleanno Mr. Lynch, l’uomo dei meravigliosi incubi

Il regista di Missoula ha compiuto 78 anni lo festeggiamo con cinque film. Esponente dell’avanguardia post-industriale esordì con Eraserhead, regalando al mondo Twin Peaks che l’8 aprile del 1990 cambiò per sempre la storia della tv

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di Alessia Principe
24 gennaio 2024
15:25

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I Segreti di Twin Peaks

Gli scheletri dei pali rastremati della corrente elettrica. I douglas firs, sentinelle immerse nel cotone della nebbia. La riva ghiaiosa di un lago. Il sogno di bruma di un autunno eterno. Al Double R Diner di Twin Peaks stanno appena servendo la seconda porzione di torta alle ciliegie, la cameriera sorride nel suo completo verde chirurgico. L’incubo preferito di David Lynch comincia con lo scricciolo di Bewick che dà il benvenuto a Twin Peaks zampettando su un ramo, su una città di confine tra due Stati, tra sogno e veglia. Il neon dell’obitorio emette scariche come se stesse arrostendo una farfalla notturna. Una ragazza urla e si tiene le mani sulle orecchie e attraversa di corsa il cortile della scuola. Qualcosa è accaduto. Qualcosa di brutto.

Mercoledì 9 gennaio nel 1991 alle 20:40, anche l’Italia scoprì Twin Peaks. La domanda: chi ha ucciso Laura Palmer? diventerà un’ossessione a cui il genio di Lynch risponderà a modo suo ma non con i tempi che avrebbe voluto. Dopo una prima stagione folgorante, la seconda segnò il declino commerciale. La colpa fu dell’emittente Nbc che fece pressioni su Lynch perché svelasse il nome dell’assassino il prima possibile. Costretto a piegarsi, Lynch assistette alla progressiva perdita di ascolti fino alla cancellazione della serie. Senza l’amico Frost, firmò “Fuoco cammina con me” un prequel della storia di Laura Palmer che tuttavia la critica non apprezzò affatto e neanche Tarantino che usò parole piuttosto colorite. 25 anni dopo, Frost e Lynch annunciano a sorpresa la terza stagione che nel 2017 con Ritorno a Twin Peaks chiude (chiude?) una serie surreale, visionaria e terribilmente spaventosa.  

Twin Peaks nacque dopo che naufragò l’idea di un film che Lynch aveva pensato dopo “Velluto Blu”. L’incontro con Mark Frost, che stava per mettere mano allo script su un’opera dedicata a Marilyn Monroe (“Goddess”) produsse invece una curiosa sceneggiatura: “Una bolla di saliva”. Due attori avevano già detto sì al progetto: Martin Short e Steve Martin. La storia raccontava di un cortocircuito innescato da una bolla di saliva di una guardia giurata chiamata a sorvegliare un laboratorio top secret. Per il guasto, un satellite governativo aveva inviato un raggio in grado di scambiare i corpi degli abitanti di Newtonville creando conseguenze paradossali (che Lynch paragonò a quelle di “Una poltrona per due”). Il progetto abortì perché la casa di produzione di Dino De Laurentiis fallì e il tema della “sostituzione” troppo abusato per ingolosire altri produttori.

L’ingresso a Twin Peaks è l’inferno della ripetizione scandito dal dream pop di Badalamenti, suo amico complice, braccio destro armato di spartito che Lynch saluterà per sempre con sole tre parole: «Today no music». Il tutto suona come un secco schiocco di dita, con una nota da sintetizzatore allungata come un filo di bava, fino al quinto battito del cuore. Al limite della resistenza. Tutto l'innocuo intorno è incubo che batte in petto: la chioma di Laura Palmer scurita dalla pioggia, la sua pelle violacea, i granelli di sabbia che paiono pietre preziose, il rumore del sacco di plastica, il camion senza rimorchio, il cumulo di terra, le rotaie, le tende a ovatta vicino all'insegna di Big Ed. Le voci parlano di Laura senza Laura. Anche il ceppo di legno vuole raccontare di quella notte nel bosco, la notte in cui il fuoco ha camminato con lei. Cos'è successo quella notte? Eppure lo sapevamo. (clicca Continua per leggere)

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Giornalista
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