Mafia

Messina Denaro non partecipa al processo che lo vede imputato: in videoconferenza una sedia vuota

Il superboss avrebbe dovuto prendere parte all’udienza in programma questa mattina nell’aula bunker del carcere Malaspina di Caltanissetta, dove si sta svolgendo il procedimento per le stragi di Capaci e via D’Amelio. Il procuratore: «Che collabori lo speriamo tutti, ma nessuno di noi può saperlo»

di Redazione
19 gennaio 2023
12:53
La sedia vuota che avrebbe dovuto occupare il boss per partecipare al processo
La sedia vuota che avrebbe dovuto occupare il boss per partecipare al processo

Una sedia vuota. È quella che avrebbe dovuto occupare il boss Matteo Messina Denaro. C’era attesa questa mattina all'interno dell'aula bunker dove si sta celebrando il processo d'appello al boss, accusato di essere mandante delle stragi di Capaci e via D'Amelio. Si sarebbe trattato della prima volta in un'aula giudiziaria del latitante, arrestato lunedì scorso a Palermo. Il collegamento video con il carcere de L'Aquila, dove Messina Denaro è detenuto, era stato attivato ma l'imputato ha rinunciato.

Il boss avrebbe rinunciato a essere presente a causa della sua prima seduta di chemioterapia a cui viene sottoposto in queste ore all'interno dell'istituto penitenziario. A quanto apprende l’Ansa, sarebbe stata allestita un'apposita stanza non molto distante dalla sua cella dove Messina Denaro si sottopone alle cure. Al momento non c'è certezza, in virtù di questa necessità medica, su quali saranno le intenzioni del boss di Cosa Nostra in merito all'eventuale sua partecipazione alle prossime udienze del processo. 


L'udienza è stata rinviata al 9 marzo «per consentire al difensore di essere presente». Lo ha deciso il presidente della Corte d'Assise di Caltanissetta Maria Carmela Giannazzo, dopo che il boss ha deciso di non assistere all'udienza in videoconferenza dal carcere de L''Aquila. Uno dei due difensori d'ufficio del boss, l'avvocato Salvatore Baglio, ha comunicato di avere ricevuto una delega orale dal difensore di fiducia nominato da Messina Denaro, la nipote del boss, Lorenza Guttadauro, ed ha chiesto i termini a difesa.

«Che collabori lo speriamo tutti, ma nessuno di noi può saperlo. È depositario di conoscenze sulla stagione stragista del ‘92 e ‘94 ancora oggi non sondate e sconosciute da altri collaboratori». Lo ha detto il procuratore generale di Caltanissetta, Antonino Patti, al termine dell'udienza del processo a Matteo Messina Denaro, come mandante delle stragi di Capaci e via D'Amelio, che si celebra davanti la Corte d'assise d'appello a Caltanissetta.

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