Dramma sfiorato

Neonato abbandonato in una busta di plastica in Sicilia, il carabiniere che l’ha salvato: «È vivo per miracolo»

Il pianto del piccolo ha attirato l'attenzione di un contadino che ha subito allertato i soccorsi. È ora ricoverato a Trapani, ma sta bene. La neonatologa: «Si può partorire in anonimato in ospedale, senza nessun rischio per madre e nascituro»

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di Redazione
5 ottobre 2022
20:24

I medici lo hanno chiamato Francesco Alberto. Francesco perché è stato trovato nel giorno del santo di Assisi, Alberto come il carabiniere che per primo lo ha preso in braccio. È il neonato che è stato trovato in un sacchetto di plastica su una strada nella campagne di Paceco, nel Trapanese.

Il piccolo si trova ora ricoverato nell'ospedale S. Antonio Abate di Trapani, ma le sue condizioni di salute non desterebbero preoccupazioni. Sarebbe nato circa nove ore prima del ritrovamento. 


«Non voglio giudicare nessuno perché non so quale storia ci sia dietro, ma certo di questi tempi ci sono mille modi per vivere una maternità non voluta, modi che non mettano a rischio la vita del bambino che è vivo per miracolo». Parla ancora con emozione della vicenda vissuta ieri Alberto Marino, vicebrigadiere dell'Arma che ha partecipato alle operazioni di soccorso del neonato.

I militari dell'Arma hanno aperto una inchiesta per abbandono di minore e stanno cercando di risalire alla madre del piccolo sfuggito a morte certa solo perché un contadino che andava nel suo terreno lo ha sentito piangere e ha dato l'allarme. «Sta bene - spiega il carabiniere -, pesa 3 chili ed è lungo 50 centimetri. È bellissimo ed è forte, spero da grande faccia il carabiniere». 

Simona La Placa, direttore di Neonatologia all'ospedale di Trapani, conferma che le condizioni generali del bimbo sono buone: «Si alimenta al biberon ed è ricoverato nel reparto di Terapia intensiva per un monitoraggio, visto il contesto in cui è stato ritrovato e i segni di disidratazione che però si sono risolti rapidamente. Sembra nato a termine di gravidanza e non ha apparenti complicanze».

«Adesso - aggiunge - quello che a noi preme sottolineare è che è possibile partorire in assoluto anonimato in ospedale, senza nessun rischio e assecondando il diritto della donna di non riconoscere il figlio e al tempo stesso di garantire la sicurezza del parto e del nascituro».

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