Fisco amico

Via libera dal Consiglio dei ministri alla riforma fiscale, Meloni: «Una vera svolta per l’Italia»

Una nuova Irpef con tre aliquote, Iva azzerata per i beni di prima necessità. Protestano i sindacati che minacciano scioperi. Ecco le novità della delega fiscale

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di Redazione
17 marzo 2023
07:45
Giorgia Meloni
Giorgia Meloni

Una nuova Irpef con tre aliquote. Iva azzerata per i beni di prima necessità. Stop alle comunicazioni nei mesi di agosto e dicembre. Ma anche sanzioni penali attenuate per i contribuenti che si sono trovati impossibilitati a pagare e per le imprese che collaborano.

Il Consiglio dei ministri ha approvato la delega fiscale, che farà da cornice alla riforma delle tasse targata centrodestra. E che promette di cambiare il sistema e mettere le basi per la riduzione delle tasse.


La premier, Giorgia Meloni, parla di una «vera e propria svolta per l'Italia. È una riforma epocale, strutturale e organica, una rivoluzione attesa da 50 anni con importanti novità a favore di cittadini, famiglie e imprese. Con il nuovo Fisco delineiamo una nuova idea di Italia, vicino alle esigenze dei contribuenti e attrattivo per le aziende».

«Le nuove regole - spiega il ministero dell'Economia Giorgetti - saranno operative entro 24 mesi dall'entrata in vigore della legge delega e vanno nella direzione di semplificare e ridurre la pressione fiscale, favorire investimenti e assunzioni. Già perché sul fronte delle imprese ci sarà una graduale eliminazione dell'Irap e una riduzione dell'attuale aliquota Ires per chi investe e/o assume».

La riforma punta a instaurare un rapporto tra contribuenti e amministrazione finanziaria nella logica di un dialogo. Così che prende forma il “Fisco amico”. Nel quale però opposizioni e i sindacati, che già evocano la piazza, vedono solo condoni e favori ai più ricchi.

«Io mi sono rotto le scatole - dice senza giri di parole il segretario Cgil, Maurizio Landini - non ci sto più che sono io che pago le tasse anche per quelli che non le pagano, quando le potrebbero pagare più di me».

La prima pietra intanto è posata. Il provvedimento, suddiviso in 5 parti e 20 articoli (nell'ultima bozza entrata in consiglio saltano i due articoli dedicati ai tributi regionali e quelli locali), punta a ridisegnare l'intero sistema, dai tributi ai procedimenti e sanzioni, fino ai testi unici e codici.

Per renderlo operativo servirà l'approvazione del testo-cornice dal Parlamento e poi il varo dei decreti delegati che dovranno contenere anche le opportune coperture finanziarie, che in parte saranno garantite dalla revisione delle attuali 600 tax expenditures: sconti, agevolazioni, bonus che saranno rivisti.

La riforma parte dalla rivoluzione dell'Irpef, con la riduzione delle aliquote da 4 a 3. Le due ipotesi non indicate nella delega sono: 23%, 27% e 43% o 23%, 33%, 43%.

E le flat tax per tutti resta un obiettivo di legislatura, per i dipendenti arriva la flat tax incrementale. Per le imprese arriva la nuova Ires a due aliquote per far pagare di meno chi più assume ed investe; si punta poi al graduale superamento dell'Irap con priorità per le società di persone, gli studi associati e le società tra professionisti.

 

 

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