La rassegna

Reggio, il cimitero dei migranti di A(r)mo in teatro: sul palco il dramma e la speranza di chi non arriva e di chi non ritorna

Scritto da Tiziana Bianca Calabrò, interpretato da Renata Falcone, con la regia di Basilio Musolino, lo spettacolo ha debuttato presso la sede all’associazione Antigone - Osservatorio sulla ‘ndrangheta

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di Anna Foti
16 aprile 2024
08:20

Tra le tombe di migranti del cimitero di Armo, a Reggio Calabria, cammina Carmen, donna che ha conosciuto la migrazione e il viaggio senza ritorno. Nel suo caso, però, lei è rimasta ad aspettare chi non è più tornato. Lei aspetta il suo CarloAlberto nonostante tutto, sorretta dal suo amore per lui e dalla sua devozione alla Madonna del Carmelo. Ed è proprio in questa attesa, oltre ogni evidenza e oltre ogni speranza, che Carmen inizia il suo racconto intimo. Lì tra le anime dei migranti che “riposano” ad Armo. Molte delle quali non hanno nome.

Ha debuttato, nell’ambito della rassegna culturale Esistenze 2024, nel teatro allestito presso la sede (un bene confiscato) dell’associazione Antigone – Osservatorio sulla ‘ndrangheta, lo spettacolo A(r)mo. Nato dalla collaborazione tra Ucrìu compagnia teatrale e teatro Proskenion, è stato scritto da Tiziana Bianca Calabrò ed è interpretato da Renata Falcone, con la regia di Basilio Musolino e i costumi di Alessia Farotti. Lo spettacolo si ispira al cimitero di Armo, che diventa la sua ambientazione sulla scena.


Ad Armo, frazione collinare di Reggio Calabria, sorge il cimitero dei migranti realizzato anni fa dalla Caritas su suolo comunale. Due anni fa l'opera segno è stata completata con la collocazione delle lapidi. Qui per i tanti che con la vita hanno perso anche il nome, vi è almeno un luogo in cui giacere, un posto in quella vita che avrebbe potuto essere e che invece si è infranta tra le onde del Mediterraneo, ancora prima di iniziare.

Dopo il sold out delle prime rappresentazioni, saranno presto programmate altre repliche. Altri momenti in compagnia di Carmen che cammina tra le tombe. Parla con chi non conoscerà mai. Le sue parole, tuttavia, non cadono nel vuoto. In quel luogo tutto esiste, tranne il vuoto. Subito l’atmosfera diventa familiare perché Carmen conosce quello strappo, convivendo con lo stato d’animo di chi ha visto la persona amata non tornare.

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Giornalista
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