Legge di bilancio, Guccione: «Il ministro Provenzano ha lavorato bene per il Sud»

Secondo il consigliere regionale del Pd la nuova legge dà continuità al Piano Sud 2030: per il mezzogiorno inserito l’esonero contributivo, la proroga al 31 dicembre 2022 del credito di imposta per gli investimenti e 2.800 nuove assunzioni a tempo determinato

di Redazione
17 novembre 2020
11:03
Carlo Guccione
Carlo Guccione

«Via libera alla rigenerazione della pubblica amministrazione. 228 articoli, un documento che dà continuità al Piano sud 2030 e che va nella direzione di colmare i divari territoriali per riavviare uno sviluppo forte e durevole». Così il consigliere regionale cosentino Carlo Guccione, in una nota.

«La nuova legge di Bilancio da 38 miliardi – continua il consigliere Pd - inserisce l’esonero contributivo per il sud, viene prorogato al 31 dicembre 2022 il credito di imposta per gli investimenti nel mezzogiorno e arriva, inoltre, un fondo a sostegno dei comuni marginali, più colpiti dal fenomeno dello spopolamento. Fino a 2.800 nuove assunzioni a tempo determinato nel mezzogiorno per le politiche di coesione».


 

Per Guccione il ministro per il sud Giuseppe Provenzano si è impegnato e il suo lavoro ha dato buoni risultati. «Già prima di questa estate stava lavorando a misure di lungo periodo, efficaci per creare una fiscalità di vantaggio per il Sud finalizzata a favorire l’occupazione. Ha individuato priorità, azioni e risorse per accompagnare questo processo di crescita e sviluppo. Le imprese calabresi avranno a disposizione nuovi incentivi e potranno recuperare un clima di fiducia: un primo passo è stato fatto per la fiscalità di vantaggio al Sud, ma è in corso una trattativa con l’Europa per migliorare ancora di più questa misura».

 

«Per il ministro Provenzano dopo anni di penalizzazioni pagate dal Mezzogiorno - infine Guccione, sul nodo sanità - bisogna colmare una spesa pro capite inferiore del 25% rispetto al resto del Paese e rimettere, dunque, mano al riparto del fondo sanitario nazionale. L’altra barriera posta dal ministro è sulla quota pro capite della spesa sanitaria che penalizza il Sud e, in particolare, la Calabria. La spesa sanitaria pro-capite in Calabria è di 200 euro in meno per abitante rispetto alla media nazionale. Lo Stato versa nelle casse calabresi quasi 200 milioni in meno all’anno».

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