Bollette in aumento, impianti obsoleti ed evasione: il servizio idrico va riformato. Il consigliere regionale della Lega punta su investimenti mirati, partenariati pubblico-privati e rafforzamento di Sorical per garantire i cittadini: «È una grande sfida politica, anche i sindaci devono fare la loro parte»
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La carenza d’acqua in Calabria sta assumendo contorni preoccupanti. Da Cosenza a Catanzaro si stanno svolgendo consigli comunali ad hoc per discutere della cronica scarsità d’acqua. Ne abbiamo parlato con Orlandino Greco, ex sindaco di Castrolibero e consigliere regionale.
Greco, i cittadini sono esasperati dall’assenza di acqua potabile dai loro rubinetti…
«Capisco però se vogliamo partire con il piede giusto dobbiamo dare atto a Roberto Occhiuto di aver avviato una riforma complessa, in un settore che per anni è stato lasciato a se stesso, con una molteplicità di soggetti che agivano senza nessun coordinamento fra loro. Certo, le riforme hanno bisogno di tempo per produrre i loro frutti. Io da ex sindaco conosco i problemi del settore e da neo consigliere regionale il mio impegno è trasformare questa stagione di confusione in un percorso stabile, chiaro e orientato al futuro».
Impegno lodevole, ma il problema principale è quello di trovare i soldi necessari per mettere mano a una rete idrica colabrodo...
«La prima verità da dire ai cittadini è semplice: servono interventi urgenti e mirati sulle reti, perché le perdite idriche non sono più solo un problema tecnico, ma una vera emergenza sociale. La seconda verità è che i soldi c’erano e ci sono, ma spesso non sono stati utilizzati con efficacia. Dal 2013 la Calabria aveva avviato una grande operazione di ingegnerizzazione, un progetto pensato per: mappare in digitale le reti, individuare con certezza le perdite, programmare interventi mirati, usare in modo intelligente le risorse comunitarie oggi disponibili. Non sfugge a nessuno che con la nascita di Arrical e la presenza di un gestore unico il centrodestra ha colmato un gap che durava da oltre vent’anni. Un’azione che permetterà alla Calabria di accedere a nuove risorse europee con la possibilità anche di chiedere finanziamenti ad hoc alla Bei. Lo stesso Presidente Occhiuto già in campagna elettorale ha annunciato che nella rimodulazione dei fondi europei una parte sarà destinata proprio all’idrico».
Sì, ma la gente vuole l’acqua…
«Il ritardo accumulato negli anni – amministrativo e gestionale – ha portato a un doppio danno politico: non abbiamo completato l’ingegnerizzazione e abbiamo perso la possibilità di investire le risorse pubbliche nel modo più efficiente. Per intervenire subito servono due scelte chiare: completare l’ingegnerizzazione, così ogni euro speso produce un risultato concreto; attivare partenariati Pubblico-Privati, nell’attesa della strutturazione di Sorical, che anticipano gli investimenti e vengono remunerati solo se riducono le perdite. Un modello moderno, che porta risultati e non scarica rischi sui cittadini».
Prima parlava di una perdita sociale. I cittadini si stanno vedendo recapitare bollette aumentate del 20%, spesso senza una apparente giustificazione. A cosa è dovuto l’aumento?
«L’aumento delle tariffe non è piovuto dal cielo. È la conseguenza diretta di due fattori. Primo: si paga l’inefficienza. Una rete che perde dal 50 al 60% dell’acqua è una rete che costa il doppio: si paga energia per acqua che non arriva mai, si interviene sempre in emergenza e si spreca denaro pubblico. Finché l’ingegnerizzazione non sarà completata, la tariffa continuerà a riflettere lo spreco. Secondo: molti Comuni non hanno aggiornato i Piani Economico-Finanziari (PEF) secondo le regole ARERA. Le norme nazionali chiedevano da anni: l’adeguamento dei PEF, tariffe commisurate ai costi reali e una graduale convergenza regionale. Chi non ha aggiornato i PEF ora si trova ad affrontare aumenti improvvisi.Aumenti necessari per legge, non legati a un miglioramento del servizio, ma all’allineamento a regole rimaste ignorate troppo a lungo.Il risultato è un paradosso: si paga di più per un servizio che non migliora. Ed è esattamente ciò che dobbiamo correggere».
Un altro problema è che sull’idrico c’è un’evasione altissima. La digitalizzazione dei contatori arriverà?
«L’evasione idrica in Calabria non è un problema “culturale”: è un problema tecnico. Con contatori vecchi di oltre vent’anni, letture manuali e allacci non censiti, l’evasione è quasi inevitabile. Ecco il punto che in pochi ricordano: la digitalizzazione dei contatori era già prevista dall’ingegnerizzazione. Gli appalti comprendevano:contatori nuovi e intelligenti, lettura digitale, sistemi per individuare abusi e consumi anomali. Se l’ingegnerizzazione fosse stata completata nei tempi previsti, oggi migliaia di contatori digitali sarebbero già installati. Il ritardo ha avuto un effetto devastante: senza misura, il sistema è cieco, e quando il sistema è cieco, l’evasione cresce. La digitalizzazione non è un’opzione: è l’unico modo per ricostruire equità e sostenibilità».
La Sorical è diventata gestore unico è vero che è uscita dalla liquidazione ma ha dovuto assorbire la manodopera (e i debiti?) di tutte le società che si incaricavano prima del servizio. Riuscirà a reggere economicamente?
«Sorical è uscita dalla liquidazione e sta diventando gestore unico regionale. Alcuni pensano che abbia assorbito troppa manodopera o addirittura i debiti dei gestori precedenti. La realtà è diversa. La manodopera assorbita non arriva nemmeno al 20% di quella necessaria secondo il Piano Industriale. Sorical, quindi, ha meno personale di quanto serva davvero. Non ha ereditato automaticamente i debiti degli altri gestori. Il vero tema politico è un altro: Sorical deve costruire la propria identità industriale, assumere competenze, rafforzarsi, programmare investimenti, combattere l’evasione».
Può farcela?
«Sì, ma solo se la Regione accompagna la transizione senza scaricare tutto sui cittadini in pochi anni. Costruire un gestore unico richiede pazienza, continuità e serietà».
Ma è vero che state pensando ad un cambio di governance della Sorical?
«Al momento non vi sono informazioni ufficiali che confermino modifiche imminenti alla governance. Ogni valutazione dovrà comunque garantire trasparenza, efficienza e il controllo pubblico».
Molti sindaci lamentano un loro scarso peso nelle decisioni di Arrical. Anche la scelta di Sorical come gestore unico è passata sopra la loro testa...
«Da ex Sindaco lo dico con franchezza:i sindaci non hanno perso poteri; semplicemente spesso non utilizzano quelli che già hanno. Sorical è la loro società in house, e tramite Arrical possono: impartire indirizzi, imporre interventi urgenti tramite delibera, determinare le priorità territoriali. Gli strumenti ci sono: serve conoscerli e usarli».
Molti sindaci temono che gli impianti trasferiti a Sorical vengano “assorbiti” mentre i mutui restano ai Comuni. Sarà così?
«La legge dice chiaramente che, quando gli impianti passano al gestore, passano anche i mutui. Il problema vero non è la norma, ma il ritardo del subentro: Sorical non è ancora strutturata per assumere formalmente tutti gli impianti. Fino a quel momento alcuni comuni pagano mutui per opere che di fatto già servono il sistema regionale. Questo limbo va superato con urgenza, accelerando: la riorganizzazione di Sorical, il subentro patrimoniale, il trasferimento dei mutui».
In conclusione cosa si sente di dire ai calabresi?
«La Calabria ha oggi una grande occasione: trasformare un sistema fragile in un’infrastruttura moderna. Per riuscirci serve completare l’ingegnerizzazione, digitalizzare il servizio, sostenere Sorical nella sua crescita e riportare i Comuni al centro delle decisioni. Sono temi tecnici, certo. Ma riguardano la cosa più semplice e più antica: l’acqua che arriva o non arriva al cittadino. Ed è su questo che misureremo il nostro lavoro politico».

