Consiglio regionale, i nodi da sciogliere entro fine anno

Bilancio, nomine di competenza del consiglio, procedure di liquidazione di enti commissariati e linee guida sul piano regionale per i rifiuti: ‘questioni’ da chiudere entro la fine dell’anno
di Riccardo Tripepi
15 dicembre 2015
07:15

Corsa contro il tempo per approvare il bilancio di previsione entro la fine dell’anno in corso e non ricorrere allo strumento dell’esercizio finanziario. Il documento contabile dovrebbe essere approvato dalla giunta domani e, in tal caso, arriverebbe immediatamente in Commissione “Bilancio” per passare all’esame del Consiglio regionale nella seduta del 28 dicembre. Tale data è stata prevista ieri dalla Conferenza dei capigruppo che si è riunita a palazzo Campanella sotto la guida del presidente Nicola Irto, proprio per individuare una finestra nel caso in cui i tecnici di Mario Oliverio arrivino a trovare la quadra sul bilancio nei prossimi giorni.

 


I presidenti dei gruppi consiliari hanno poi fissato un’altra seduta di assemblea, questa certa, per il 22 dicembre. In discussione torneranno le nomine di competenza del Consiglio, rinviate in occasione dell’ultima seduta. La discussione sul tema è ancora apertissima. Il presidente Irto ha più volte espresso la volontà che le nomine relative ai vertici di molti enti regionali e sub-regionali si facciano in Aula, rompendo con il passato. Gli accordi tra le parti politiche, però, sono ancora in alto mare e dirimere tutti i noti in Consiglio pare essere assai difficile. Si potrebbe così percorrere una via di compromesso procedendo in Consiglio alla nomina dei Garanti (per la Salute e per l’Infanzia) e della nuova guida del Corecom. Per il resto, invece, è sempre più probabile il ricorso ai poteri suppletivi del presidente del Consiglio.

 

Altro nodo che potrebbe arrivare in Consiglio il 22 è quello relativo alle procedure di liquidazione di molti enti commissariati da lungo tempo. Una proposta normativa è stata licenziata ieri in I Commissione, guidata da Francio Sergio. In particolare viene fissata al 31 marzo 2016 la data entro cui redigere il bilancio finale di liquidazione della Somesa srl; la procedura di liquidazione dell’Afor (Azienda forestale regionale), individuata entro un anno dall’approvazione della stessa proposta di legge. Inoltre, si stabilisce che debbano essere conclusi entro sei mesi dall’entrata in vigore dell’impianto normativo approvato oggi in Commissione, l’accorpamento dei Consorzi per le aree, i nuclei e le zone di sviluppo industriale e l’accorpamento della fondazione Field all’Azienda Calabria Lavoro. Nel testo di legge vengono anche indicate le procedure in corso per la conclusione della liquidazione dell’Arssa, un termine per la conclusione dell’accorpamento delle Aterp e l’imminente conclusione della procedura di liquidazione dell’Ardis di Catanzaro.

 

A complicare ancora il quadro le linee guida sul piano regionale per i rifiuti che oggi saranno in discussione in Commissione. Linee guida che hanno già destato un vivace dibattito interno al centrosinistra, con la ferma presa di posizione del “solito” Carlo Guccione, che ha criticato fortemente la richiesta di proroga fino al 2017 dello stato di emergenza che consente alla Regione di utilizzare le discariche private. Proprio quel Guccione che anche ieri da Rende, insieme a Flora Sculco con la quale ormai pare essere rodato un certo gioco di squadra, ha nuovamente lanciato strali contro il governatore e la sua ormai leggendaria lentezza. “Bisogna avere il coraggio di cambiare” ha tuonato Guccione che ha chiesto nuovamente il rispetto delle promesse elettorali.
Flora Sculco ha richiesto la possibilità di avere autonomina all’interno della maggioranza “Il nostro obiettivo è quello di rappresentare le aspettative di coloro che ci hanno votato: i calabresi. Rivendichiamo però il diritto di svolgere il nostro ruolo all'interno del consiglio e della maggioranza”.
Dai due potrebbero arrivare i principali ostacoli al percorso di Oliverio, così come avvenuto in occasione dell’assestamento di bilancio e considerando anche la pochezza dell’opposizione di centrodestra, mai come oggi ripiegata su se stessa.


Riccardo Tripepi

Giornalista
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