La riorganizzazione

Italia del Meridione si riorganizza: si è svolta a Roma l’assemblea nazionale

L'incontro, convocato dal segretario federale Vincenzo Castellano, si è tenuto nella Capitale: «Siamo giunti alla realtà di un movimento che si appresta a diventare partito politico proprio in virtù delle tante adesioni»

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2 dicembre 2022
13:19

Lo scorso 18 novembre, a Roma si è svolta l’assemblea nazionale dei quadri dirigenti di Italia del Meridione, convocata dal Segretario Federale Vincenzo Castellano. «È stato uno straordinario momento di discussione - si legge in una dota di IdM -, qualificato, plurale, partecipato sia in presenza che da remoto, il quale richiama alla bellezza di una sfida riuscita: la nascita di un soggetto politico che, attraverso la forza vincente delle idee, ha donato cittadinanza e agibilità politica a coloro i quali, non rivedendosi più nell’agire dei partiti centralisti, hanno a cuore le sorti di un Meridione non più “questione” bensì propulsore della crescita di un Paese che non valorizza e non investe sulle vocazioni territoriali tutte».

«Il Meridione è uno stato d'animo da sempre diviso tra entusiasmo e frustrazione, tra bellezza e noncuranza; noi - continua la nota -, che di queste sensazioni ne portiamo i segni, abbiamo l'obbligo morale verso noi stessi e i nostri cari di agire e partecipare attivamente alla vita politica. “L'Italia sarà quel che il Sud sarà" scriveva Salvemini, ciò che oggi serve è riscoprire un nuovo protagonismo che abbia rappresentanza in un partito autenticamente federale. Occorre valorizzare e dare voce e rappresentanza ad un Sud relegato al ruolo di terra di consumo e non di produzione, di assistenzialismo e non di reddito, di bacino di voti e non di promesse mantenute. Una nuova visione dalla quale individuare le ragioni del Sud, a difesa delle regioni del Sud, in un Paese che dopo 150 anni ancora anelava e anela l’unità economica e sociale».


Ed ancora: «Partendo dal tema dell’utopia e dal mito di Itaca, sinonimo di ritorno a casa e di riconnessione con le proprie origini, oggi siamo giunti alla realtà di un movimento che si appresta a diventare partito politico proprio in virtù delle tante adesioni e delle richieste di cambiamento, in Italia e nel mondo, dei nostri conterranei desiderosi di dare un contributo alle nostre battaglie, ormai percepite come di interesse collettivo e diffuso, per il bene comune ed il rilancio del sistema Italia. In questo senso, la scorsa l’assemblea è stata ricca di significato, avendo stabilito, tutti insieme, le tappe che porteranno alla trasformazione del movimento ed alla sua strutturazione organizzativa mediante i prossimi congressi, nazionale e locali, i quali saranno improntati sui valori e sui criteri di selezione che, da sempre, caratterizzano il nostro agire: territorialità, militanza e competenza».

«L’IdM, dunque - in conclusione  -, da sempre nei suoi principi ispiratori e dai prossimi mesi anche nell’organizzazione, sarà un partito politico autenticamente autonomista, antimeridionalista, meridionale, europeista e decisamente italiano. Una mission tendente a ricercare nei territori, intesi come nuovi soggetti sociali, le potenzialità e le eccellenze per programmare lo sviluppo, senza il freno degli schemi ideologici. Una nuova concezione di militanza attiva che continuerà a richiamare l’attenzione sul superamento dei divari tra Nord e Sud, attraverso più interventi calati dall’alto e senza conoscenza ma rivendicando una governance intelligente dei territori, utilizzando i fondi del Pnrr per rompere l’isolamento infrastrutturale e attrarre investimenti internazionali, raggiungendo l’indipendenza energetica grazie alle risorse naturali, quali il sole e il vento, delle quali il Sud ne è la massima espressione. In sintesi, gli obiettivi da realizzare nel breve/medio periodo: Eleggere, attraverso i congressi, gli organismi interni del nascente partito IdM; organizzare la presenza di IdM per le prossime competizioni elettorali, regionali ed europee; approvare una riforma in senso semi-presidenzialista; digitalizzare e semplificare lo Stato; riformare la giustizia penale e accorciare i tempi della giustizia civile; fiscalità di vantaggio al Sud; riunificazione infrastrutturale tra le due Italie con investimenti mirati; calcolare il Livelli Essenziali delle Prestazioni; istituire un fondo perequativo per i Comuni; superare la Spesa Storica».

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