Consigliere supplente

Legge “moltiplica-poltrone”, Oliverio: «Questione politica che ripropone pratiche ormai logore»

L’ex presidente della Regione critica la norma proposta dalla maggiornza di centrodestra e rivendica il suo lavoro sul vecchio Statuto: «Adeguammo le regole in Calabria a quelle delle altre regioni e imponemmo in giunta il 30% di assessori donna»

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di Redazione
16 novembre 2022
21:15
Mario Oliverio
Mario Oliverio

L’ex presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, interviene nel dibattito che si è sviluppato intorno alla proposta di legge per l’introduzione del consigliere supplente, che possa prender il posto di chi dal Consiglio venga chiamato a far parte della giunta. Ruoli oggi non incompatibili. Il centrodestra, invece, vuole separare nettamente le cose, attraverso una norma che è stata ribattezzata “moltiplica-poltrone”.

Ne è scaturito un confronto molto acceso che vede ora anche la partecipazione dell’ex governatore, che, in particolare, rivendica la riforma dello Statuto regionale approvata nel gennaio 2015, nel corso della prima seduta del Consiglio regionale della legislatura Oliverio. Riforma che, dice l’ex presidente ha «consentito di allineare la Regione Calabria alle altre Regioni italiane». E che, oltre alle tre modifiche già richiamate nell'articolo pubblicato dalla nostra testata mercoledì 16 novembre, ovvero eliminazione della figura del consigliere supplente, introduzione del consigliere delegato e rimozione del vincolo per la nomina di assessori esterni/interni al Consiglio Regionale, prevedeva – sottolinea Oliverio -anche «l'inserimento del vincolo della presenza in Giunta di almeno il 30% di uno dei due generi». «Si sono poste così le condizioni per garantire in Giunta una presenza femminile adeguata».


«Per quanto riguarda la eliminazione della figura del consigliere supplente è bene ricordare che tale scelta è stata dettata da una valutazione di ordine politico e costituzionale». Continua Oliverio che sostiene che «non vi è alcuna ragione per cui un consigliere eletto debba sospendere la sua funzione legislativa perché nominato assessore. È come se un deputato o senatore chiamato a far parte del Governo Nazionale in qualità di Ministro o Sottosegretario dovesse sospendere la sua funzione di rappresentanza in Parlamento. Non è un caso se la figura del consigliere "supplente" introdotta nel 2014 dal centro destra sul finire della legislatura di Scopelliti e Talarico, fu impugnata davanti alla Corte Costituzionale dal Governo Nazionale. È bene altresì ricordare che la elezione diretta del presidente della Regione conferisce allo stesso responsabilità e piena autonomia nella composizione della Giunta regionale e nella scelta degli assessori».

«Il Presidente eletto può scegliere, per la formazione della Giunta, tra personalità presenti nel Consiglio Regionale o esterne allo stesso sulla base di valutazioni di ordine politico che ritiene meglio rispondenti alla realizzazione degli obiettivi politico programmatici che si propone di realizzare». Ha continuato l’ex governatore della Regione. «La figura del consigliere supplente, come si può bene comprendere, oltre a presentare un vizio di costituzionalità, era e sarebbe un mero espediente per il ritorno a pratiche politiche logore e largamente superate – continua l’ex presidente -. È evidente che si tratta di un problema di rilevanza politica e costituzionale che merita adeguata attenzione e non può essere ridotto a mera valutazione e calcolo economicistico».

«La posizione assunta dal gruppo del Pd in Consiglio Regionale è condivisibile e mi auguro possa contribuire a determinare una seria riflessione, anche in ordine alla legittimità costituzionale, da parte del Consiglio Regionale al fine di evitare involuzioni e furbizie anacronistiche», ha concluso Oliverio.

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