Regione Calabria

Figura del consigliere supplente, il centrodestra ci riprova: proposta di legge per moltiplicare le poltrone

VIDEO | I capigruppo di maggioranza (meno la Lega) hanno presentato il testo che consente a un membro dell’Assemblea di diventare assessore senza perdere il “posto”, venendo sostituito temporaneamente dal primo dei non eletti. Insorge il Pd: «Incostituzionale, nel 2014 fu impugnata»

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di Claudio Labate
15 novembre 2022
11:49

Mentre il presidente Filippo Mancuso ufficializza per lunedì prossimo 21 novembre la convocazione del Consiglio regionale, la Giunta delle elezioni che avrebbe dovuto cominciare ad affrontare il tema delle incompatibilità dei neo parlamentari continua ad andare deserta - è la seconda volta in dieci giorni - allungando i tempi delle surroghe all’interno dell’Assemblea legislativa.

Nel frattempo però il centrodestra, ad esclusione della Lega, presenta una proposta di legge che praticamente introduce l’incompatibilità tra la carica di consigliere regionale e quella di assessore regionale e stabilisce le procedure per la sospensione dalla carica di Consigliere – dopo l’eventuale nomina in giunta - e la relativa sostituzione temporanea. Cinque capigruppo di maggioranza, Giacomo Crinò (Forza Azzurri), Giovanni Arruzzolo (Forza Italia), Francesco De Nisi (Coraggio Italia-Italia al Centro), Giuseppe Graziano (Udc) e Giuseppe Neri (Fratelli d’Italia), hanno infatti depositato un testo di legge che si compone di tre articoli che riporta in auge la figura del Consigliere supplente. Un modo per aumentare i posti disponibili, e per offrire una via d’uscita a chi, pur entrando nell’esecutivo, non perderà il diritto a sedere nuovamente a Palazzo Campanella.


La proposta

Dopo l'articolo 4 della legge regionale 7 febbraio 2005, n. 1 “Norme per l'elezione del Presidente della Giunta regionale e del Consiglio regionale” - si legge nel testo - è aggiunto l'"Art. 5 (Incompatibilità tra la carica di assessore regionale e quella di consigliere regionale e modalità di supplenza dalla carica)”.

In pratica si stabilisce che la carica di Assessore regionale è incompatibile con la funzione di Consigliere regionale. Oggi, la nomina di un Consigliere regionale alla carica di Assessore di Giunta Regionale ne determina, al momento dell'accettazione della nomina, la sospensione dalle funzioni di Consigliere. Con la proposta presentata nel caso di sospensione di un Consigliere regionale intervenuta per la nomina nell’esecutivo, il Consiglio regionale, nella prima seduta utile successiva alla comunicazione del provvedimento di nomina ad Assessore, preso atto dell'intervenuta sospensione, ne dispone la sostituzione, affidando la supplenza per l'esercizio delle funzioni di Consigliere, in conformità alle disposizioni della legge elettorale e del Regolamento interno del Consiglio regionale.

Quando il Consigliere cessa dalla carica di Assessore, il Consiglio regionale, nella prima seduta utile successiva alla comunicazione della cessazione, dispone la revoca della supplenza ed il reintegro nella carica di Consigliere regionale.

Il Pd: «Una proposta fuori dalla realtà»

Una proposta «fuori dalla realtà» secondo il gruppo consiliare del Partito democratico che parla di spreco di risorse con il ritorno della figura del consigliere supplente, che era già stata impugnata dal governo nazionale per diversi profili di incostituzionalità al momento della sua proposta, nel 2014.

«Una proposta - si legge nella nota - che vuole tornare al passato dopo i tanti sforzi fatti per ridurre la spesa pubblica per il funzionamento di palazzo Campanella. Il momento in cui viene depositata, inoltre, proprio alla vigilia di un rimpasto di giunta a seguito delle elezioni politiche dello scorso 25 settembre, indica chiaramente la volontà precisa del centrodestra di aumentare le poltrone disponibile e concedere l’ingresso ai primi dei non eletti delle varie liste. Una mossa che potrà servire anche a puntellare gli equilibri tra i partiti che sostengono il governo Occhiuto, ma che difficilmente potrà essere spiegata ai calabresi che attendono, invece, risposte sul caro bollette, sulla crisi economica in atto e sulla tutela dei propri più elementari diritti».

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