Platì nel mirino dell’Antimafia

Ben sei le pagine dedicate al paesino reggino dalla relazione della commissione Antimafia che sottolinea le ripetute relazioni dei candidati con le cosche
di Tiziana Bagnato
1 giugno 2016
13:17

“Decine di candidati hanno comprovati rapporti di amicizia con le cosche che gestiscono il territorio e che fanno essere concreto il pericolo che questo comune continui ad essere una democrazia sospesa». Si esprime così il vice presidente della commissione Antimafia Claudio Fava in merito al comune di Platì. Valutazioni le sue fatte precisando che, al momento, nessun candidato risulta avere violato il codice di autoregolamentazione, ma che diversi atti di indagine disegnano un quadro non proprio idilliaco del centro reggino.

 


Come nel caso del candidato a sindaco Rosario Sergi, consigliere di minoranza dell’amministrazione Strangio, sciolta per infiltrazioni mafiose. Nella corposa relazione della commissione Antimafia, in cui ben sei pagine sono state dedicate al caso di Platì, si legge di atti di indagine che avrebbero messo nero su bianco i rapporti di Sergi con esponenti di vertice della cosca Barbaro, tanto con la frangia denominata “Castanu” che con quella denominata “Nigru”. Dagli atti acquisiti, si legge ancora, “risulta che Sergi ha organizzato la manifestazione che si è tenuta a Platì il 29 marzo 2016, in dissenso con alcune dichiarazioni esternate dall’on. Marco Minniti. Alla predetta manifestazione erano presenti circa cento persone, tra cui numerosi esponenti di famiglie di ‘ndrangheta operanti nel territorio”.

 

Non è messa meglio la lista concorrente, “Plati res pubblica”, di cui è promotore Francesco Mittiga – già sindaco del comune sciolto per infiltrazioni mafiose nel 2006 – e in cui è candidata alla fascia tricolore la figlia Ilaria.

 

“Non ci si può omettere dal considerare – sottolineano i componenti dell’antimafia – che nel territorio di Platì operano alcune tra le più pericolose organizzazioni della ‘ndrangheta, radicate sul territorio in un contesto sociale, culturale ed economico spesso arcaico, privo di ampio respiro, caratterizzato da forti legami di sangue. In tal senso, e se pur in termini generali, il rapporto di parentela o di affinità non può essere considerato completamente neutro”.

 

Tiziana Bagnato

Giornalista
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