REGIONALI: PRIMARIE AL VELENO NEL M5S TRA PRESUNTE PARENTOPOLI E POSSIBILI DENUNCE PENALI

Clima teso tra i grillini calabresi. Le “regionarie” per la scelta dei candidati al Consiglio regionale contrassegnate da una serie di polemiche. Nel calderone finisce anche Dalila Nesci
16 settembre 2014
00:00

VIBO VALENTIA - Veleni, polemiche, accuse reciproche, persino una denuncia penale. Stavolta il Partito Democratico non centra nulla. A far discutere sono altre primarie. Quelle del Movimento 5 Stelle che in queste ore sta selezionando i candidati da presentare alle Regionali in programma il prossimo 23 novembre.

 


Divisioni interne. Intorno alle cosiddette “regionarie” si respira un clima di altissima tensione. Diversi i focolai clamorosamente accesi tra i grillini, in Calabria sempre più divisi in due tronconi, da una parte i parlamentari cosentini Sebastiano Barbanti e Francesco Molinari, dall’altra la truppa guidata dal senatore Nicola Morra. Fuoco sotto cenere che, nonostante le smentite di rito, sta venendo fuori in tutta la sua gravità.

 

Presunta parentopoli. Al centro delle polemiche c’è ora la deputata tropeana Dalila Nesci, il cui fratello Diego Antonio figura tra coloro che, attraverso le votazioni on line, puntano ad entrare a palazzo Campanella. Quanto basta per accusare la parlamentare vibonese di essere protagonista di una sorta di parentopoli in salsa grillina.  

 

Primarie infuocate. A gettare benzina sul fuoco e ad arroventare ulteriormente il clima ci ha pensato un’attivista della prima ora, Francesca Chirillo, pronta a presentare un esposto alla Procura di Catanzaro dopo essere stata esclusa dalle liste per la selezione dei candidati del Movimento 5 Stelle al Consiglio regionale. Chirillo, dopo aver aderito alla proposta di candidatura inviatale per e-mail, stamani si è rivolta allo staff del movimento chiedendo spiegazioni dopo aver constatato che il suo nome non era inserito nelle liste. "Ho inviato la mia candidatura avendo tutti i requisiti richiesti, ma stamattina - ha scritto - nell'andare ad esprimere il mio voto non mi ritrovo nella lista della mia circoscrizione. Qualcuno sa dirmi il perchè? Le votazioni - ha scritto ancora - potrebbero risultare naturalmente falsate per cui mi rivolgerò alla Procura della Repubblica se non avrò notizie certe della mia non accettata candidatura". 

 

Dichiarazioni al veleno.  All'Agi la "cittadina militante" grillina ha spiegato le ragioni della sua iniziativa. "Nel partito - dice - è in atto ormai da tempo una lotta intestina. Alcuni attivisti, che si comportano da gerarchi, hanno creato un mostro, peggiore della vecchia politica. Sono attesa di una risposta sul perche' la mia candidatura è stata esclusa. Non sono state ne' espulsa ne' diffidata, dunque ho tutti i requisiti. C'e' stato un problema tecnico? Allora perché nessuno me lo ha comunicato? Se entro oggi non mi sarà data una risposta mi rivolgerò alla Procura della Repubblica. In Calabria - denuncia - nel movimento ci sono alcuni gerarchi. Se vai bene a loro vai avanti, altrimenti trovano il modo di mandarti via".

 

 

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