Rende, il rimpasto che non piace ad Alternativa Popolare

La pattuglia alfaniana decisiva per la tenuta della maggioranza
di Salvatore Bruno
13 luglio 2017
17:12
Marcello Manna, sindaco di Rende
Marcello Manna, sindaco di Rende

La fumata bianca a Rende, per quanto concerne il nuovo esecutivo comunale, sembrava ancora una volta destinata ad essere rinviata. Invece il sindaco Marcello Manna ha deciso di assegnare le deleghe, nonostante gli esiti non lusinghieri  della riunione, svoltasi nella serata di mercoledì 12 luglio, con i rappresentanti di Alternativa Popolare. I toni del comunicato diffuso dal partito alfaniano, la cui rappresentanza in consiglio è decisiva per le sorti della maggioranza, non sono lusinghieri. Ap può contare su sei elementi: Enrico Monaco, Mario Bartucci, Mario Bruno, Mario Rausa, Annarita Pulicani e Serena Russo.

 


La pattuglia di Alternativa Popolare è decisiva per la tenuta della maggioranza

«Abbiamo proposto al sindaco tre cose – si legge nella nota - La prima è la riconferma del quadro politico uscito vittorioso alle elezioni del 2014.

 

La seconda: recuperare un rapporto con la città che si è completamente smarrito, proponendo sul territorio una bonifica significativa dei problemi annosi e gravissimi ancora aperti sul piano ambientale.

 

Per terzo – prosegue la nota - ha proposto, inoltre, e se non ci sono le condizioni per questo, qualcuno comunque ci dovrà spiegare il perché, una giunta istituzionale “del sindaco” di altissimo livello. Una giunta istituzionale nella quale, secondo le stesse parole che il sindaco ha riportato nei giorni scorsi e nell’ultima conferenza stampa, non dovrebbe concorrere nessun partito eletto nelle competizioni elettorali. Di fronte a questo il sindaco Manna ha deciso di prendersi una pausa di riflessione.

 

Potrebbe aprirsi una crisi per mancanza di numeri in consiglio

Noi vogliamo significare, oggi, all’opinione pubblica che Alternativa Popolare non viene meno al suo mandato elettorale e, soprattutto, non chiede le dimissioni del sindaco Manna che potrebbero, però, scaturire da una grave carenza di maggioranza costituita per sostenere questa ipotesi di giunta che, a quanto pare, si ammanta di civismo, ma di fatto è composta da partiti, nonché rappresentata da nomi, che si leggono ultimamente sui giornali, di persone amiche del sindaco. Sembra, dunque, più una giunta “casereccia” e familiare che non istituzionale e senza nessuna dignità politica. Il sindaco ha preso una pausa di riflessione che noi rispetteremo con serenità».

 

Quindi la velata minaccia: «Noi non chiediamo le dimissioni al sindaco ma lo stesso potrebbe incorrere nell’errore di non avere praticamente i numeri che possano sostenere un’ipotesi del genere. Quindi, noi lo avvisiamo primo del tempo, non ci si venga a dire che per non avere i numeri il sindaco Manna lascia, perché lasciare la città oggi sarebbe un atto di viltà che noi non condividiamo, perché ci sono emergenze ambientali e di gestioni amministrativa che non possono più attendere.

 

Noi abbiamo dato disponibilità sia a continuare con questa maggioranza sia alla giunta istituzionale che pensavamo potesse volare alto, che soprattutto guardasse ai problemi della città, e dobbiamo registrare, invece, che gli ultimi avvenimenti non vanno in questa direzione, non certo per nostra volontà e né per la volontà del corpo elettorale che ci ha dato fiducia».

Giornalista
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