Il caso

Uffici Asp di Palmi, la preside resiste al sindaco e attacca: «Il trasloco? Come e quando lo dico io»

VIDEO | Prosegue lo scontro tra scuola e Comune per il trasferimento della Medicina legale in un locale per cui l'Asp paga un fitto salatissimo e che attualmente è sede dell'archivio scolastico. «Non abbiamo un posto dove mettere i faldoni né per aprire i laboratori che servono ai ragazzi di Agraria e Alberghiero» (ASCOLTA L'AUDIO)

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di Agostino Pantano
9 dicembre 2021
22:02

Non ha consegnato le chiavi del prefabbricato della discordia, la preside Lina Zaccheria, neanche ai vigili mandati dal sindaco di Palmi, Giuseppe Ranuccio. Continua il braccio di ferro tra la dirigente scolastica dell’istituto di scuola superiore “Einaudi-Alvaro” e il Comune che, avendo sottoscritto con l’Asp di Reggio Calabria un protocollo in cui si impegna a trovare i locali per trasferire l’ufficio di Medicina legale del Distretto, deve per ora rinunciare alla struttura individuata.

L’immobile, che la Città metropolitana ha dato in gestione alla scuola, rimane oggetto dei desideri e di una contesa che si trascina dall’8 ottobre, e che rende impossibile liberare la sede periferica per cui l’azienda sanitaria paga un affitto di 16.000 euro al mese. «Certo che consegnerò le chiavi – afferma la preside – ma non prima di trovare quel dialogo formale e sostanziale a cui per il momento non sono stata chiamata, visto che ad esempio il sindaco ha deciso di assumersi la responsabilità del trasloco del nostro archivio, senza spiegare a chi compete la vigilanza sui dai sensibili che contiene». Il riferimento è alle carte custodite nel prefabbricato che dovrebbe diventare sede dell’ufficio Asp, pomo di una discordia che alla preside serve per descrivere una coabitazione – all’interno del plesso dell’Agraria – diventata veramente difficile.


«Quando è stata dichiarata inagibile la scuola di cui il prefabbricato era una pertinenza – prosegue Zaccheria – pensavamo ad una coabitazione transitoria, ma di fatto ancora oggi solo grazie al senso di responsabilità del personale e ai sacrifici degli studenti siamo riusciti ad andare avanti. La Città metropolitana né per la scuola inagibile, né per la scuola che ci ospita ha previsto degli interventi in mancanza dei quali non troviamo locali dove trasferire l’archivio e dove aprire i laboratori che servono agli studenti dell’Agraria e dell’Alberghiera».

In effetti c’è un’ala della scuola dove sono evidenti i segni di infiltrazioni di acqua e le stanze sono caoticamente occupate dai faldoni da sistemare e dall’attrezzatura che gli studenti devono utilizzare. In un unico plesso insistono 3 scuole e, ora che si è tornati alla didattica in presenza, le aule che prima ospitavano le segretarie sono tornarte ad ospitare le classi. Un edificio storico, questa è una delle prime scuole della Piana in ordine di tempo, unico istituto agrario della zona, che appare troppo stretto senza quei lavori di adeguamento che qui attendono.

«Chiediamo soltanto che la scuola venga considerata un bene comune – prosegue la preside – che gli enti del territorio non dimentichino che questo è un istituto d’eccellenza». La preside ha rimandato ogni decisione al 14 dicembre, data in cui vorrebbe parlare con il sindaco dei particolari del trasloco da fare. «È la prima data utile per noi», conclude rimandando la soluzione di uno scontro che prosegue.

Giornalista
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