Il caso

Palmi, Comune e scuola litigano per la sede di medicina legale e l’Asp continua a pagare un fitto esorbitante

VIDEO | Carteggio di fuoco tra sindaco e preside, che non vuol cedere l'immobile dove trasferire l'uffico Asp come previsto dal protocollo firmato due mesi fa e che per ora resta lettera morta. L'ultimatum di Ranuccio: «Ci dia le chiavi o interverranno i vigili» 

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di Agostino Pantano
4 dicembre 2021
16:54

C’è uno scontro tra il dirigente scolastico Lina Zaccheria, da un lato, e il Comune di Palmi, l’Asp e la Città metropolitana di Reggio, dall'altro, all’origine del mancato svuotamento della sede periferica dell’azienda sanitaria. Si continua a pagare un fitto esorbitante, 16.000 euro al mese, per via dell’ufficio di medicina legale unico superstite nel presidio che torna al centro di un nuovo caso, stante la non attuazione del protocollo d’intesa che amministrazione e Asp avevano firmato l’8 ottobre scorso.

Delle resistenze della preside, che non ha ceduto le chiavi della struttura individuata per il trasferimento – un prefabbricato che la Provincia aveva dato in concessione all’Istituto di istruzione superiore Einaudi Alvaro – parla per la prima volta il sindaco Giuseppe Ranuccio. «Non si capiscono i motivi per cui la dirigente si rifiuti di consegnare le chiave – sostiene – posto che quei locali non li ha mai utilizzati».


In realtà la struttura della discordia è annessa ad una scuola effettivamente chiusa, perché dichiarata inagibile 2 anni fa, e in essa – secondo quanto risulta dal carteggio che rende rovente la querelle – sono stati partiti alcuni archivi e strumenti che dovrebbero servire per dei laboratori scolastici. I documenti che gli enti si sono scambiati, nel muro contro muro la Città metropolitana chiede di entrare in possesso dell’hangar, sono pieni di dichiarazioni di guerra, con la Zaccheria che informa dello scontro finanche il prefetto a cui viene chiesto di «riportare in chiaro canali di legalità e opportunità nel conflitto di competenze».

Nella sede dove è stata trasferita la scuola chiusa, in effetti, regna il caos ed è evidente la difficoltà di ottimizzare gli spazi dopo la coabitazione forzata presso l’Istituto agrario che già soffriva di problematiche strutturali. Si vedono faldoni accatastati sul pavimento, e un bidello conferma che «siamo costretti a tenere i documenti in un locale che dovrebbe diventare la cucina del nostro convitto». C’è la conferma di quanto la preside sostiene nelle sue missive, che invece il sindaco smentisce. «Ci sono i locali adatti – risponde – per portare nell’Agraria anche il poco materiale custodito nel prefabbricato che ci serve».

Un braccio di ferro che il sindaco ha vivacizzato con un ultimatum. «Martedì 7 dicembre – ha scritto in quella che per ora è la nota finale indirizzata alla preside – arriverà nella sede l’assessore Maisano accompagnato dai vigili per avere in consegna le chiavi del prefabbricato».

Giornalista
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