Coronavirus, cambia l'identikit del contagiato: è più giovane e spesso straniero

A tracciare la nuova carta d'identità dei positivi al Covid in Italia è il direttore dell'Istituto Spallanzani di Roma: «Abbiamo a che fare con un virus che si comporta in maniera atipica»

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di Redazione
30 luglio 2020
21:14

«È cambiata completamente la carta d'identità del contagiato. Oggi è molto più giovane, poiché l'età media si è abbassata soprattutto nell'ultimo mese: il 52% sono persone che vanno dai 18 ai 50 anni, il 12% fino a 18 anni. E spesso non è italiano. Anzi solo nella giornata di oggi i non italiani fra i contagiati sono un terzo. Nei giorni scorsi, l'altroieri erano quasi i due terzi». A tracciare il nuovo identikit del contagiato da Covid-19 nel Belpaese è Francesco Vaia, direttore sanitario dell'Istituto nazionale malattie infettiva Lazzaro Spallanzani di Roma.

«Lo dico - spiega intervenendo oggi al webinar 'Andare in vacanza in maniera consapevole e responsabile' promosso da Canova Club - perché ci troviamo davanti a un virus che si è comportato spesso in una maniera atipica» e va fronteggiato con «capacità organizzativa». E ancora: «Molti colleghi e istituzioni che dovrebbero essere autorevoli e in qualche caso non lo sono state, enfatizzavano fino alla catastrofe il messaggio 'Non abbiate paura', rendendo i cittadini più deboli. Siamo stati fortunati, o bravi, non lo so. Ma la nostra flessibilità ci ha indotto ad andare velocemente lì dove c'erano i focolai, in una campagna di aggressione al virus. Bisogna continuare su questa strada».


 

«Oggi i focolai di Covid-19 si sono modificati». Se prima erano concentrati prevalentemente sugli «anziani e in Rsa, oggi abbiamo cittadini da Paesi non Schengen, penso alla comunità del Bangladesh 15 giorni fa e oggi ai Paesi dei Balcani e dell'Est europeo, a bulgari e rumeni», segnala ancora Vaia.

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