Da due mesi anziani e disabili abbandonati dalle Asp: l'appello di una madre

VIDEO | L'appello di una mamma del Cosentino: «Abbiamo bisogno di riprendere le terapie domiciliari. Mentre i nostri figli soffrono, ancora non si intravede alcun segnale di ripartenza»

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di Salvatore Bruno
10 maggio 2020
13:01

Chiusi in casa da sessanta giorni e privati dell’assistenza a domicilio. Nell’emergenza coronavirus anziani non autosufficienti e disabili pagano un prezzo alto in termini di disagi e sofferenza.

Sospese le terapie

L’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza ha sospeso le terapie, anche quelle erogate nella struttura riabilitativa di Serra Spiga, seguendo le direttive nazionali relative alla limitazione del contagio da Covid-19.


Troviamo una soluzione

Nel giorno della festa della mamma Franca Caruso si appella alle istituzioni affinché si trovi una soluzione: «Mio figlio Ernesto è immobilizzato da una grave patologia – spiega - per tre volte alla settimana era affidato alle manipolazioni di una specialista per mantenere il tono muscolare di braccia e gambe».

Due mesi di sofferenze

«Io, mio marito e l’altro mio figlio – aggiunge – ci arrangiamo come possiamo per prestargli tutte le cure più amorevoli. Per noi è stato un dono di Dio. Ma supplire alla mancanza di una figura esperta non è semplice. E la conseguenza sono continue e dolorose contratture».

Situazione complicata

Tante famiglie sono nella medesima situazione, con persone care costrette in casa e bisognose di terapie domiciliari. L’Asp di Cosenza sta attivando le Usca, le Unità di continuità assistenziale per curare a casa le persone affette da coronavirus che non necessitano del ricovero in ospedale. Gli stessi protocolli potrebbero essere applicati per consentire la ripresa delle terapie domiciliari, di cui invece nessuno parla.

Adottare ogni precauzione

Ed anche il riavvio delle prestazioni preoccupa: servono i dispositivi di protezione per evitare il rischio di una diffusione della pericolosa infezione tra soggetti deboli: «Noi abbiamo assunto tutte le precauzioni – ha concluso Franca Caruso – per evitare che il coronavirus potesse varcare la soglia della nostra casa. Mi aspetto la medesima attenzione da parte dell’Asp, considerando che i terapisti proprio per assolvere al loro lavoro, devono comunque necessariamente spostarsi da un luogo all’altro, rischiando di veicolare il Covid».

Giornalista
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