Sanità Calabria

La Casa della salute a Scilla è solo l’ombra di un ospedale negato, la rabbia dei cittadini: «Da 10 anni 8 mln nel cassetto»

VIDEO | Le telecamere di Dentro la notizia hanno incontrato i residenti che da tempo si battono perché l’ex nosocomio realizzato a suo tempo con le donazioni degli emigranti calabresi torni a essere funzionale

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di Giampaolo Cristofaro
19 giugno 2023
20:00

Le telecamere di Dentro la Notizia davanti allo Scillesi d’America, l’ex ospedale del centro del Reggino che oggi è stato riconvertito in Casa della Salute. Nella struttura – dichiarata pericolante -, anche per quanto ci rivelano alcuni cittadini intervistati da Pasquale Motta, non è possibile ricoverarsi in quanto funzionano solo i basici servizi di medicina e i laboratori per le analisi.

«L’unica cosa che sappiamo con certezza è che non è una Casa della Salute». Afferma la presidente del comitato cittadino, Carolina Cardone, che continua: «Dal 2012 sono stati stanziati oltre 8 milioni che non sono stati in grado di spendere per la ristrutturazione dell’edificio. La realtà è che è stata abbandonata, sono visibilissime le carenze architettoniche esterne, ma la struttura in sé non presenta una crepa, neanche all’interno. In sostanza non è stata garantita la manutenzione ordinaria».


Il dottor Mario Patafio, medico di base di Scilla, facente parte del direttivo del Comitato cittadino “Pro Casa della salute”, entra più nel particolare spiegando che i fondi stanziati non sono mai stati utilizzati e che da quasi un anno è stato richiesto l’accesso agli atti sulla chiusura, attuata dell’Asp della parte nuova della struttura «per motivi di mancata sicurezza», ma ciò non è stato ancora concesso.

Giovanni Bellantoni, invece, che nell’ormai lontano 2019 fece partire una petizione, che raccolse circa 5mila firme, che puntava ad avere una Casa della salute funzionante, dopo la chiusura dell’ospedale. Ciò non è avvenuto e oggi è partita una nuova raccolta firme in cui si chiede alla Regione Calabria e in particolar modo all’Asp di Reggio che il nosocomio venga riaperto.

Invece Alberto Gioffrè, rappresentante “Originari interessi dell’Ente”, discendente dei fondatori dell’ospedale Scillesi d’America – che appunto fu costruito grazie a fondi stanziati da persone originarie del centro del Reggino emigrate oltreoceano -, rimarca il fatto che il nosocomio non sia solo importante per la città e per l’hinterland, ma soprattutto per i turisti che a frotte arrivano durante il periodo estivo, e non solo, in uno dei luoghi più rappresentativi e belli dell’intera Calabria. «Vogliamo che la Regione non dia importanza sola a Catanzaro e a Cosenza – intese come province – ma che la dia anche a Reggio», conclude Gioffrè. Tesi sostenuta anche dalla presidente del Pro loco di Scilla Mariella Galletta che, dati alla mano, racconta proprio di diversi episodi verificatisi con turisti, venuti da ogni parte del mondo, che non hanno trovato un punto di primo soccorso: «Sarebbe un vanto per tutta la Calabria poter dire “potete venire qui, godere del mare e delle bellezze della nostra terra ed essere curati se ne avete bisogno”».

«In questo ospedale sono stato salvato» dice Roberto Logiacco (Spi Cgil) raccontando la sua esperienza personale poi sostiene che la struttura sia fondamentale per la popolazione, soprattutto anziana, che in emergenza trova serie difficoltà a raggiungere il Gom di Reggio Calabria. Mentre Antonio Scopelliti, altro rappresentante del sindacato dei pensionati, sostiene che da quanto appreso dai responsabili della sanità, sia la struttura di Scilla che quella di Palmi sarebbero state derubricate e non saranno realizzate: «Dobbiamo ostacolare in ogni modo questa linea seguita dalla politica, non solo in Calabria, che conduce alla privatizzazione della sanità».

Rivedi la puntata di Dentro la Notizia su LaC Play.

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