Il riconoscimento

La talent scout dei giovani calabresi: è di Limbadi uno dei 25 mentor changemaker italiani

VIDEO | Raffaella Crupi, 31 anni, è una blogger che scova le storie più significative di chi porta in alto il nome della Calabria attraverso la passione e le competenze professionali. Un’attività ora riscontrata anche nel prestigioso riconoscimento nazionale

di Cristina Iannuzzi
26 novembre 2022
19:30

Mamma e blogger di Limbadi, nel Vibonese. Raffaella Crupi, 31 anni, è una sorta di talent scout che scova storie di giovani calabresi che attraverso il proprio talento e le loro competenze professionali portano in alto il nome della Calabria. Recentemente, Crupi è entrata a far parte del team di Generazione Changemaker, iniziativa promossa da Ashoka Italia e Agenzia nazionale per i giovani, che si propone di valorizzare le storie di giovani che, attraverso le loro innovazioni, si stanno impegnando per realizzare azioni ed iniziative di protagonismo giovanile nei propri territori.

L’iniziativa è nata nel 2021 allo scopo di promuovere la partecipazione attiva dei giovani e garantire loro accesso a opportunità e relazioni, per esprimere al meglio il proprio impegno a beneficio della comunità. La cerimonia di conferimento dell'attestato di mentor changemaker è avvenuta nei giorni scorsi a Roma. Un titolo che inorgoglisce la giovane mamma di Limbadi, che a febbraio darà alla luce il suo secondogenito. «In Italia ne sono stati selezionati 25, quattro sono calabresi. Tre provengono dal Vibonese. Oltre a me, lo stesso titolo è stato assegnato ad Anthony Lo Bianco, presidente dell'Associazione Valentia e a Marco Signoretta della Sos Innovazione. È stato bello conoscerli».


Raffaella si rivolge ai giovani: «A loro dico che dobbiamo fare squadra, abbiamo tante competenze che dobbiamo mettere a frutto. La Calabria che vogliamo può essere realizzata».

Una missione che Raffaella porta avanti da 5 anni, da quando insieme alla sorella decise di creare il portale Hub Calabria, un blog nato per affrontare il problema legato alla difficoltà di inclusione dei giovani in Calabria e alla mancanza di luoghi di aggregazione. E di storie Raffaella ne ha raccontate tante. «L'idea di dedicare uno spazio ai giovani è nata nel 2017, quando, conclusi gli studi, mi resi conto di vivere la solitudine giovanile. Avevo bisogno di incontrare miei coetanei e confrontarmi con loro. Avendo due sorelle che vivono all'estero, mi sono accorta che il fenomeno dell'emigrazione giovanile veniva descritto esclusivamente dal punto di vista quantitativo, come qualcosa di negativo. Si parlava di fuga di cervelli e non si parlava invece di chi, come me, decideva di restare o rientrare in Calabria. Noi lo abbiamo fatto ed è stato un successo. In questi anni ci siamo scambiati informazioni utili. C'è chi ha stilato una guida su come diventare insegnante in Inghilterra, chi ha scritto come diventare architetto o come è riuscita a realizzare il proprio progetto in Calabria. Hub Calabria è un portale in controtendenza. La narrativa stereotipata vede la Calabria come una terra da cui i giovani vogliono scappare».

Ed è proprio questo approccio costruttivo il vero valore aggiunto di questo impegno quotidiano: non c’è la stantia retorica che spesso accompagna queste iniziative, né autocommiserazione. I protagonisti di Hub Calabria parlano in prima persona e si raccontano, senza mediazioni.

«Siamo convinti che questa regione abbia tanti punti di forza che sono un attrattore per i giovani - conclude Crupi -. Il blog dopo 4 anni vuole diventare un vero e proprio Hub, insomma di nome e di fatto. Insieme a Maria Mangone Marino abbiamo fondato una società benefit. L'obiettivo è quello di diventare un aggregatore di conoscenze e metterle a disposizione di imprese, enti pubblici e privati a supporto dell'innovazione».

Giornalista
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