Gruppo amaranto

Reggina, Inzaghi a cena con staff e dirigenti. Poi racconta: «Ecco quando ho capito di essere nel posto giusto»

Un evento celebrato con uno scatto sui social, accompagnato dalla frase, ormai quasi iconica: «Stiamo bene insieme»

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di Matteo Occhiuto
25 novembre 2022
15:18

Sempre più famiglia. La Reggina si conferma un'isola felice, non solo a livello sportivo. Nel club amaranto si respira un'aria sana, familiare, come testimoniato dalle immagini di Ménez padre e figlio insieme al Sant'Agata o quelle del piccolo Edoardo Inzaghi sotto la curva dopo la vittoria col Genoa.

Cena di gruppo

Ieri, poi, Pippo Inzaghi e il suo staff è stato a cena con la dirigenza della Reggina, a partire da Massimo Taibi. Un evento celebrato con uno scatto sui social, accompagnato dalla frase, ormai quasi iconica, "Stiamo bene insieme". Inzaghi, peraltro, ne ha approfittato per aggiungere anche un "Tutti al Granillo", a testimonianza di quanto l'allenatore si sia calato nella realtà e nell'ambiente reggino.


Intervista

Successivamente Inzaghi è stato poi ospite televisivo di Sportitalia. Interpellato sulla sua esperienza in amaranto, Inzaghi ha raccontato i primi mesi della sua esperienza in riva allo Stretto, a partire dai primi approcci con il patron Felice Saladini. «È stato tutto improvvisato - ha spiegato - avevo deciso di prendermi dei mesi di riposo. Ad un tratto è arrivata la Reggina, con un progetto che mi ha convinto»

Scintilla

Inzaghi, però, ha anche rivelato il momento esatto in cui ha compreso la reale bontà della scelta fatta nell'accettare la Reggina: «Quando sono arrivato in aeroporto e ho visto quell’entusiasmo ho capito che era una sfida giusta per me».

Rapporto

«Il presidente Sabatini ha fatto un miracolo a salvare il club. Sono una persona che dà valore ai gesti, ho ricevuto una tempesta di chiamate. È addirittura venuto fino a Ibiza, sotto casa, a parlare con la mia compagna Angela. È stato straordinario»

Piedi per terra

«La Serie B è difficilissima, ci sono squadre retrocesse che faticano tremendamente a risalire. Il nostro è un progetto triennale, l'obiettivo era quello di stare fuori dalla zona retrocessione. Piani alti? Se tra 3-4 mesi saremo lì, vedremo cosa potremo fare. Non vorrei svegliare il direttore alle due di notte con la lista della spesa per il mercato futuro. Ad oggi, talaltro, siamo stati fortunati: abbiamo cambiato 20 giocatori, azzeccandoli tutti»

Giornalista
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