La vertenza sulla centrale Enel di Corigliano Rossano è, secondo il sindacato CUB Calabria, una vicenda finita nel dimenticatoio. A dirlo è Graziano Bruno, segretario provinciale e membro dell’esecutivo regionale, che descrive un quadro desolante fatto di stallo, disoccupazione e assenza di prospettive. «Credo che siamo ancora al punto di partenza» afferma Bruno, facendo riferimento a una situazione che, a distanza di anni, non ha visto alcuna evoluzione concreta.

Secondo le segnalazioni che arrivano dagli iscritti presenti nel sito, «è tutto fermo». Una paralisi che non era certo l’epilogo immaginato. «All’interno della centrale – continua – mancano le istituzioni. Nessuno controlla, Enel si autogestisce. Oggi è un cantiere morto in tutti i sensi: non produce occupazione, i pochi lavoratori rimasti sono sospesi, senza garanzie, senza vigilanza. Si vive alla giornata». Secondo il sindacalista, manca totalmente l’interesse politico e istituzionale per una vertenza che riguarda l’intero territorio. «La centrale non attira più attenzione, forse qualcuno si rifarà vivo solo in prossimità delle elezioni per raccattare qualche voto».

La centrale Enel di Rossano è ferma, senza lavoro e senza progetti futuri. Il sito rischia di diventare un deserto industriale in un territorio che soffre la disoccupazione.

«Tutto è messo a tacere»

Un atteggiamento che, secondo Bruno, fotografa bene il degrado sociale ed economico della zona: «Rossano, Corigliano, questo centro, sta perdendo tutto. I giovani emigrano, la disoccupazione cresce, e nessuno investe per creare lavoro». E il progetto sull’idrogeno, sbandierato tempo fa come rilancio della centrale? Anche qui, nessuna novità. «Tutto è stato messo a tacere. Non se ne parla più. L’unico obiettivo sembra essere lo smantellamento. Ma neanche questo è chiaro: pare che non verrà smantellata del tutto, qualcosa resterà ma non si sa cosa né con quale destinazione».

Il sindacato, da tempo, aveva proposto soluzioni: «La nostra proposta era semplice: creare lavoro. Il progetto sull’idrogeno era buono, ma è stato ignorato da amministrazioni locali, Regione e Governo. Nessuno ha davvero preso a cuore la fame di lavoro che c’è in questo territorio». Responsabilità che, secondo Bruno, ricadono anche sugli enti locali: «Mi ricordo un sindaco molto combattivo quando era in minoranza. Diceva che appena eletto avrebbe messo Enel di fronte alle sue responsabilità. Oggi è al secondo mandato, e nulla è cambiato. Enel continua a operare indisturbata, ignorando completamente il territorio».

La centrale di Rossano, che un tempo era un nodo energetico strategico, rischia oggi di trasformarsi in una cattedrale nel deserto. E il silenzio intorno a questa storia diventa ogni giorno più pesante.