Polistena, Tripodi già depenna il mandato finito male e Creazzo esce dal “coro”

L'amministratore dà il benvenuto al commissario, ma non gli dice che è stato vice del sindaco dimessosi per i parenti arrestati. L'ex assessore, invece, critica la lettura che dei fatti fa il resto della maggiornza  

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di Agostino Pantano
23 febbraio 2021
21:10
Policaro e Tripodi
Policaro e Tripodi

Come era prevedibile, qualcosa si muove nel dibattito a Polistena dopo la nomina – a seguito delle polemiche dimissioni del sindaco Marco Policaro - del commissario prefettizio che traghetterà l’ente fino a nuove elezioni. Intanto, a battere un primo colpo destinato a far discutere è stato Michele Tripodi – vice del primo cittadino uscente – che ha fatto affiggere un manifesto intitolato “lettera aperta”, che è un messaggio di benvenuto al commissario Umberto Pio Campini; ma poi, a surriscaldare lo scontro che dura da quasi un mese, sono anche le parole che Nelly Creazzo – consigliera dell’ex maggioranza, già assessore polistenese – ha raccolto in un post pubblicato sulla propria pagina social.

Lo scritto di Tripodi

Motivi diversi hanno posto all’attenzione dei commentatori i due testi. In quello scritto da Tripodi, che nel suo saluto all’uomo nominato dal prefetto Massimo Mariani gli elenca le opere pubbliche e gli interventi nel sociale fatti nella consiliatura finita anzitempo, balza agli occhi il tipo di firma apposta dall’amministratore; nell’altra nota, invece, vi è un passaggio nel quale Creazzo si rivolge direttamente al sindaco dimissionario con parole che sembrano antitetiche – per senso politico - rispetto a quelle usate dai compagni dello schieramento comunista per spiegare il “grande passo” di Policaro.


La vicenda Policaro

Tripodi si firma “già sindaco di Polistena dal 2010 al 2020”, offrendo quindi al prefetto campano Campini non informazioni in quanto amministratore fresco di un impegno al fianco di Policaro – determinante, al punto che si parlava di un ticket che ora si può riproporre a parti invertite in vista del voto – ma come primo cittadino di un vecchio mandato durato 10 anni. Come se fossero già acqua passata i 5 mesi della consiliatura a guida Policaro, pur essendo nevralgici nella “lettera” di Tripodi - che infatti elenca alla nuova guida del municipio molti finanziamenti ottenuti di recente – con una tempistica accelerata che, certamente, alimenterà lo scontro tra gli schieramenti.
Non che Tripodi sia il tipo che a cuor leggero prende le distanze da un governo che ha contribuito a determinare, comprensivo della sofferta scelta di Policaro che ha lasciato per il coinvolgimento di diversi congiunti nell’operazione antimafia Faust; ma certo il tipo di firma usato sembra una sorta di tratto di penna tirato per “cancellare” un mandato finito male, o comunque ispirata dalla volontà di interfacciarsi con la nuova autorità municipale, a cui si garantisce massima collaborazione, non nelle vesti di braccio operativo della giunta disciolta per le ombre di mafiosità e lo scontro politico che ne è seguito, bensì in quelle di “fascia tricolore” di qualche stagione fa, forse troppe.

Avanti (?) Polistena

Uno slancio recente che appare già dimesso, in un cotesto politico e comunicativo certamente diverso da quello che ancora in queste ore il gruppo dell’ex maggioranza esalta – all’opposto - per esprimere, in un manifesto che ironia della sorte è invece intitolato “Avanti Polistena”, «orgoglio per la diversità comunista di un sindaco che si dimette pur non essendo indagato».

Le parole dell'ex assessore Creazzo

Anche l’ex assessore Creazzo qualcosa smuove nel fronte degli amministratori uscenti. «Quindi – scrive nel suo post – caro Marco ti chiedo scusa se oggi non mi unisco al coro di quanti vedono nel tuo gesto una lezione esemplare». Parole chiaramente di dissociazione politica, anche sferzanti là dove Creazzo utilizza un’immagine aulica mutuata dal mondo della musica che conosce bene per lavoro – “il coro”, però, in politica diventa qualcosa che stona - rispetto alla scelta personale del sindaco, ma soprattutto verso la lettura che la sezione del Pci polistenese, fin qui comportatasi come una orchestra graniticamente guidata, ha dato di questa che, invece, ha definito «una lezione che si traduce in rivoluzione» nella lotta alla ‘ndgrangheta.

Garantismo e comunismo

Insomma, c’è chi la vede diversamente dal resto dell’ex maggioranza e lo dice, nell’ambito di un post che, però, contiene un altro passaggio che sembra mettere in dubbio la gravità delle cose che, emerse dall’indagine della Dda – addirittura due congiunti intercettati attestavano che Policaro aveva pagato i tributi al clan, circostanza poi smentita dai sostenitori del sindaco che hanno pubblicato alcune cartelle dei Longo - hanno portato il sindaco a dimettersi.

«Ti chiedo scusa – prosegue Creazzo nel suo post - se oggi non inneggio alle tue dimissioni come ad una vittoria della legalità su una diffusa illegalità: spesso, quest’ultima, reale (ahimè) ma tante volte solo presunta». Una nuova dissociazione politico-culturale, questa volta anche in nome di quello che Creazzo definisce «garantismo», filone a difesa del quale l’ex assessore inserisce il suo intervento che conclude con «l’augurio che tu possa riprendere a proseguire il tuo percorso politico».
Parole forti, destinate a far discutere sia sul piano politico che sul piano giudiziario.

Giornalista
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