Emergenza rifiuti, Cassano e Scala Coeli sul piede di guerra con la Regione

VIDEO | Le dichiarazioni dell’assessore Rizzo hanno suscitato malumori nei due centri dello Jonio cosentino dove si prospetta un “nuovo sacrificio” che al momento è solo paventato ma che presto potrebbe tramutarsi in realtà e quindi in rivolta

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di Marco  Lefosse
26 novembre 2019
17:26

Nel medio alto Jonio calabrese, in quel lungo e largo lembo di terra che va da Cariati a Rocca Imperiale, ritorna forte la paura per gli effetti che potrebbe avere l’emergenza rifiuti regionale sul territorio. Perché se da un lato l’area della Sibaritide-Sila Greca, in cui è compresa la grande città di Corigliano-Rossano, pare abbia trovato ormai da qualche anno il suo karma nella gestione dei rifiuti, con l’impianto consortile di Bucita a servizio dei conferimenti per i 37 comuni ionici e la discarica di Celico come terminale ultimo degli scarti (dopo che lo Jonio cosentino negli anni ha aperto le porte dei siti di abbanco della stessa Bucita e di Olivellosa a Rossano, di Cotrica a Corigliano, di La Silva a Cassano e di Pipino a Scala Coeli alla monnezza di mezza regione), dall’altro pare che il famoso osso da spolpare – caro al presidente Oliverio che così definì l’area del nord-est non più tardi di tre anni fa – non sia ancora del tutto scarnificato.

 


Già perché, in materia di rifiuti, per “giungere al midollo” – parlando per eufemismi – ci sarebbe ancora da mettere qualche migliaio di metri cubi di scarti nella quarta buca di La Silva a Cassano (con un sovrabbanco per il quale c’è già una determina del governatore datata settembre 2019) e ci sarebbe da ampliare quella discarica di Scala Coeli, a cavallo tra le province di Cosenza e Crotone, che già nessuno (ma proprio nessuno) voleva e che oggi potrebbe diventare l’emblema dello schiaffo istituzionale del governo regionale a questo territorio.

Preoccupano le parole dell’assessore Rizzo che ha chiesto sacrifici

Il condizionale è più che mai d’obbligo. Perché in realtà, al momento e nell’imminente non c’è nulla. Ma le parole e le azioni dell’assessore regionale all’ambiente, Antonella Rizzo, pronunciate non più tardi di ieri, non lascerebbero spazio ad altra interpretazione: la Calabria è in emergenza e Cosenza e Reggio Calabria devono essere più collaborativi. La “collaborazione” della provincia bruzia o, meglio della provincia Citra, potrebbe chiamarsi proprio Cassano-Scala Coeli.

A Cassano cittadini e sindaco sul piede di Guerra

Ma questa volta per la Regione non sarà un percorso facile. Perché a Cassano, che le avvisaglie di una possibile riprofilatura dell’area per il sovrabbanco le aveva avute durante l’estate, cittadini e comitati hanno da tempo chiarito di aver già e largamente pagato lo scotto di una discarica che ha portato solo danni e inquinamento. A questo si aggiunga che proprio stamattina il neo sindaco Papasso è andato in cittadella a battere i pugni e, magari, a ricordare anche ad Oliverio che fra poco più di un mese ci sono le Regionali. Dunque, sarà difficilissimo che si proceda ad un ampliamento del sito di La Silva. Difficilissimo ma non scontato. «Non è nostra intenzione suscitare alcun allarmismo – scrivono i cittadini del comitato Terra mia, costituitosi proprio nell’estate scorsa per dire no ad un nuovo ampliamento del sito cassanese - ma siamo convinti dell’idea che verso il nostro territorio, in particolar modo verso il territorio della Sibaritide, vi sia un accanimento politico della giunta regionale: totale assenza di sanità e di strutture ospedaliere, trasporti inefficaci ed inefficienti, zero sostegno all’agricoltura, pochissimi investimenti nella cultura e nel sociale ed in ultimo una scarsa attenzione alla tutela dell’ambiente. Sollecitiamo la Giunta regionale ad usare la stessa attenzione mostrata verso Cassano Ionio nel momento della scelta di un sito per lo stoccaggio rifiuti anche per risolvere tali emergenze, che – concludono dal Comitato - sono le emergenze di un territorio intero e delle popolazioni che lo vivono». Saranno ascoltati?

A Scala Coeli il via libera all’ampliamento della discarica di Pipino non dovrebbe essere imminente

Poi c’è l’altro fronte, a circa 50 km a sud di Cassano, ed è quello di Pipino. Lì dove sorge una discarica privata nel cuore delle lande, un tempo incontaminate, che dividono lo Jonio cosentino da quello crotonese. In una terra vergine una decina di anni fa è sorta una discarica (pensate che per arrivarci ci sono strade di campagna percorribili solo da “mezzi corazzati” e bisogna anche guadare un fiume), contro il volere di tutti. Qui, nonostante la contrarietà di tutti, il Dipartimento ambiente e territorio della Regione Calabria, con Decreto dirigenziale Nrd 1282, ha dato l’ok all'ampliamento del sito. Ci vorrà del tempo perché si realizzi e sicuramente non potrà assorbire gli effetti dell’emergenza.

5 Stelle ionici pronti alla guerra frontale con la Regione

Ma la decisione della cittadella, anche qui, ha messo sul piede di guerra non solo gli ambientalisti ma anche e soprattutto i meetup 5 stelle del territorio, pronti alla guerra frontale con Oliverio e la Regione. «Siamo pronti a tutto – dicono i movimentisti dell’info point 5 stelle di Cariati - affinchè questo stupro ai nostri luoghi non sia perpetrato e, politicamente, chiediamo a tutti i nostri rappresentanti parlamentari di esprimere una ferma opposizione a questo scempio. Cominciando quindi dal ministro dell'Ambiente Costa che attendiamo, come da sua dichiarazione, nella città di Crotone ormai da qualche mese».

Messaggio forte e chiaro, colto subito dalla deputata grillina, Elisa Scutellà, che sta sparando fuoco e fiamme a ripetizione, nelle ultime ore, contro questa decisione. «Quella di Scala Coeli è la mia battaglia – ha detto in una nota la deputata - e sarò sempre al fianco di chi combatte contro quella che è una vera e propria violenza verso una delle zone più belle e più in difficoltà della Calabria. La Calabria non ha bisogno di questo, ma di una amministrazione che tuteli tutta la popolazione e che adotti scelte che guardino agli interessi reali della nostra terra e non dei soliti pochi».

Insomma, la minaccia di nuove proteste, sia a Cassano che a Scala Coeli, è servita. Si attende solo la prossima mossa falsa della Regione.

Giornalista
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