Dopo le fiamme

Incendi in Aspromonte, ecco quanti ettari di bosco ridotti in cenere

FOTO | Una prima stima sugli effetti dei roghi stilata dalle guardie del parco: «I danni sono ingenti»

di Redazione
28 agosto 2021
12:34

L’Associazione guide ufficiali del Parco nazionale dell’Aspromonte ha compiuto una prima stima dei danni subiti dal Parco a seguito degli incendi sviluppatisi nei giorni scorsi. «Grazie alla preziosa e solerte opera delle nostre guide Giuseppe Martino ed Elvira Castiglione (nonché dell’amico Francesco Manti) – fanno sapere– siamo in grado di mostrarvi una prima stima dei danni subiti dall’Aspromonte fino ad oggi, nella speranza sia finita qui.

I dati

Elvira e Francesco hanno elaborato una tabella utilizzando dati Gis, che raggruppa la tipologia e la quantità di vegetazione bruciata, fornendo uno strumento semplice ed intuitivo per capire cosa e quanto è andato perduto nella stagione incendi 2021. Giuseppe ha curato un’elaborazione sovrapponendo l’area incendiata, alla carta della biodiversità vegetale, individuando le tipologie vegetazionali (raggruppando e sintetizzando per semplificare) e di uso del suolo interessate dagli incendi e la relativa superficie».


Ettari di boschi ridotti in cenere

Secondo i dati forniti, in totale, nell’area compresa tra Bagaladi e San Luca, è stata incendiata una superficie pari a 7356 ha (ettari). Le tipologie vegetazionali incendiate presenti nelle carte tematiche sono: pineta naturale di pino calabro 1647 ha; arbusteto (ginestra odorosa, ginestra dei carbonai, erica arborea, ecc) 1595 ha; arbusteto a ginestra odorosa frammisto a pascolo 1031 ha; rimboschiemento a conifere 989 ha; pascolo 709 ha; bosco di latifoglie (faggio, castagno, leccio, farnetto, ecc) 548 ha; superfici coltivate 368 ha; altri tipi veg. 307 ha; frane, aree in forte erosione 106 ha; bosco di rovere meridionale 31 ha; prateria steppica 20 ha; aree urbane 5 ha.

«I danni sono ingenti – conclude l’Associazione delle guide – e non c’è alcun ristoro possibile per il patrimonio naturale andato in fumo. Possiamo solo continuare a monitorare, studiare ed elaborare strategie affinché la ripresa sia efficacie e che questi eventi siano sempre più rari, o azzerati del tutto».

 

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